Mi metti un gioco? E io le metto in download un gioco.
Ce l’hai un cartone animato? Uhm…e io le metto in download un cartone animato.
Mi sta bene la gonna? Si.
Se fa freddo mi metto questa, ti piace? – mi mostra la sua giacchetta -Si, stai benissimo =)
Mi fai la coda? – credo sia la prima volta in vita mia che faccio la coda con un foulard – Le faccio la coda…m’è venuta anche bene.
Che piccola donna questa giovane adulatrice che mi ritrovo come cugina…non fa che ripetermi che mi vuole bene, che sono bello – la cosa mi fa sorridere – e che vuole giocare giocare giocare =)
Jas, hai una sorellina fantastica. Un po’ rompiballe forse, ma deliziosa.
Sono poche le volte che posso essermi ritenuto realmente soddisfatto di me stesso.
A pensarci bene, ho fallito in un’infinità di progetti solo perché mi sono tirato indietro di fronte a difficoltà più grandi di quelle per le quali mi ero preparato.
L’anno che sta per iniziare mi porterà a dover affrontare una sfida dopo l’altra. Questa volta devo ribaltare la situazione, devo mostrare a me stesso più che agli altri che ce la posso fare.
Dovrò riuscire a studiare, a lavorare, a mantenere saldi i contatti con Teo e Marija, forse a risalire la scalata per essere un bravo vocalist e, ultima ma non ultima, rendere il più possibile stabile una relazione che si è appena avviata e ciò non sarà affatto facile.
Devo dare il meglio di me e anche un po’ di più.
Mi rendo conto che sono scappato molte volte. Devo trovare la forza di volontà per fermarmi, ragionare e proseguire.
Ho bisogno di vedermela con me stesso, di cavalcare i problemi come farebbe Zorro con un cavallo impazzito. Zorro, l’eroe della mia infanzia.
Il nuovo millennio ha incasinato le cose, era tutto più facile prima.
Merano, Bolzano, Trento, Rovereto, Verona, Brescia, Milano, Novi Ligure.
Lei, suo padre, la loro auto, la loro casa, sua madre, il loro cane, il loro gatto, il loro soggiorno con i divani chiari, la cucina, la *sua* stanza, il suo pc, seBasstian, disegni a china affissi alla parete, il suo letto, alcune foto.
Qui è dove vivi, non è male.
Cazzarola, ce l’ho fatta. Ce l’ho fatta? Ce l’ho fatta.
Sono ancora incredulo, sono ancora stordito. Ancora senza parole…no, non sarebbe decisamente il momento adatto per un post nel blog.
Ho appoggiato una promessa dentro di lei. Una di quelle che mantengo, una di quelle in cui credo.
Sono dannatamente felice. Illuso, forse, ma illuso nel senso buono.
Questa volta andrà bene, questa volta si. Questa volta, se serve, mi ci anniento. Questa volta voglio essere felice.
Arquata Scrivia, Novi Ligure, Milano Centrale. Con un sorriso ebete sulla faccia.
Attesa. Malpensa? No. Orio? No, per ora resto qui. Torno a casa.
Brescia, Verona, Rovereto. Col solito sorriso ebete sulla faccia.
Pizza, amici, tanto casino. Si, bel rientro a casa.
C’è un treno per Verona, lo prendo? Troppo tempo a pensare, ormai è andato. Meglio così.
Rovereto, Trento, Bolzano, Merano. Con un sorriso un po’ smussato, ma se ne distinguono ancora le curve.
Ce l’ho fatta. Sono guarito…
Voglio innamorarmi perdutamente, voglio abbandonarmi.
A nessun chimico, nessun medico, nessuno scienziato, nessuno psicologo saprei spiegare cosa mi sento addosso. Ho una grossa C di aliCe che mi si muove dentro.
Sto bene. Sto davvero bene.
Fuoco, brucia la cera di questa candela. Sciogli i giorni che mancano per rivederla.
Nota 1: Esistono ancora persone abbastanza pazze da voler ascoltare Marija cantare. o.O
Nota 2: Da Novi Ligure a Livigno sono 311 Km, troppo in confronto ai 108 Km da Merano. Dirò ciao alle sigarette a basso costo.
Nota 3: L’università di Alessandria ha un dipartimento di informatica.
Nota 4: Perché quando sono contento non riesco a scrivere nulla di decente? Do’h.
Con questo post ne approfitto per togliere il dubbio a peppercorn7.
In questi giorni ho raggiunto il mio limite.
Ho caricato, caricato, caricato. Poi, dopo l’ennesimo fallimento, dopo che l’esaminatrice dell’esame pratico di guida – il secondo che ho tentato – ha pronunciato "Esito Negativo", il mio boccale ha straripato.
Sono uscito da quella macchina e, dopo qualche passo a testa bassa e con le mani chiuse a pugno, ho urlato, bestemmiato e pianto come non facevo da anni.
Come forse nemmeno anni fa avevo fatto.
Ho bestemmiato, urlato e pianto la mia inutilità.
Poi sabato sono andato a una tendata con amici di studentirovereto.it e lì ho svuotato la mente, forse anche grazie all’aiuto dell’unica bionda che sopporto senza problemi.
Ero brillo, non ubriaco, ma ciò è bastato a farmi ridere, a farmi spegnere il cellulare e non pensare più a niente se non agli alberi, al cielo e alle stelle.
Era tutto blu, su varie tonalità.
Mi sono sentito parte di quell’oscurità così rilassante.
Ho visto coppie e coppie e coppie pomiciare serene. Ho baciato anche io.
Misto tra delirio e falsa felicità, ho passeggiato in compagnia di Mario, un amico vero. Lui che si è sborniato di proposito pur di baciarsele, mentre a me l’alcool dava l’effetto opposto. Più la libidine mi avvolgeva, meno avevo voglia di loro.
Ho dormito nel sacco a pelo che usavo quand’ero boy scout. Mi sono addormentato guardando il fuoco e mi sono svegliato poco dopo col fetore di una coperta bruciata nel naso.
In questi ultimi giorni il rapporto di veglia è stato 62 ore sveglio contro 3.5 dormiente. Le 13 ore di oggi hanno compensato piuttosto bene.
Mi serviva, mi serviva staccare. Anche se allo svanire dell’effetto dell’alcool, mentre chi aveva esagerato sboccava l’anima, i miei pensieri si erano nettamente amplificati.
Sono stronzate.
Io sono libero, io vivo, io vado avanti, io sono felice.
Io riesco a uscire con altre, io riesco a desiderarle, io riesco a non pensare a lei ma a pensare a loro, io riesco.
Stronzate.
Cazzo, punto e a capo?
No, non sto pensando che sarebbe stato un anniversario, no. Lo penso mentre lo dico, ma non lo penso.
Lo penso ora, ma adesso non più.
Adesso si.
Adesso no.
Cazzo, si.
I biglietti – che qualcuno del serale fregò insieme alla mia smemo – …Milano…l’incontro – immobilizzato, tremolante e sbiancato – …i giardinètti…quel bacio…
No, non ci sto pensando.
Cazzo.
Quel giorno mi svegliai in ritardo, così non ebbi neanche il tempo di prepararmi, arrivai là vestito con i primi indumenti che m’eran capitati per le mani – indossati durante la corsa verso la stazione –, le ascelle maleodoranti – a questo tentai di rimediare portandomi due tshirt –, i capelli di uno che s’è appena svegliato e non sa che ore siano…e tanta, tanta voglia di lei.
Sarebbe tutto diverso, tutto più semplice, se solo non avessimo incontrato quello strano tipo.
Un tizio di colore, uno di quelli che in tanti amano definire vucumprà, ci avvicinò e ci offrì desideri di stoffa a colori.
Desiderio che io espressi non verso di lei, ma verso me…una promessa.
È qualcosa che iniziai a capire pochi giorni fa, guardando questo braccialetto che ho tuttora al polso destro, lì dove lo annodò lo strano tizio.
Mi hanno spiegato che il desiderio che si esprime quando lo si indossa, si avvererà quando esso si spezzerà – cosa che accadrà a breve, visto il livello di deterioramento che sta raggiungendo –, prima di allora si resta come incatenati a lui, attendendo ch’esso ci abbandoni.
Per me questo non è il simbolo di un desiderio, lo è di una promessa.
Chissà che cavolo passò per la testa di quel tipo quando me lo porse. Quel che mi preoccupa, più che altro, è ciò che ad esso associava lui, visto il grado dei suoi ormoni in quel dato giorno…rideva e sparava vaccate mentre io, imbarazzato, vivevo il mio sogno. Bah.
Questo braccialetto è il mio amore.
Esso è tutto qui dentro.
Non sono capace di amare, ho paura di amare.
“Non vuoi abbandonare la tua parte di lupo solitario perché così ti piace” diceva Teo.
Non so…sto aspettando che si spezzi, ma in parte questo dolorino tenue mi piace.
Con questa sorta di mal di testa, questo rimpianto, ci convivo bene. Sopravvivo.
Alla fine, di cosa ho bisogno io?
Il sesso, pare strano, oramai mi annoia. È sempre la stessa cosa e io cerco qualcosa di più interessante, ma quando lo dico suona male.
Sono etero. Nella ricerca di qualcosa di motivante, diverso, speciale, ma sono etero.
Voglio amore. Voglio amore vero, non amore usato, non amore comune, non amore da soap opera, non amore del “Ti amo già anche se non ti conosco”.
Voglio amore da polveriera, amore da giardinètti, amore da…boh.
Voglio amare ed essere amato, è chieder tanto?
Affitasi cuore usato, ma praticamente nuovo, corredato di corpo e anima. Solo persone referenziate.
Un lago…sono seduto alla sua riva fumando una sigaretta.
Guardo lontano, verso l’altra sponda del lago, e vedo qualcosa nell’acqua.
Un pianto flebile implora aiuto.
Mi avvicino, camminando nell’acqua, a questa cosa bianca. Vedo una ragazza, sdraiata su di una specie di zattera…
Non ricordo se fosse vestita o nuda, riesco solo a ricordare che con le mani tentavo di tenere unito il suo corpo, diviso alla gola e alla vita da due tagli netti.
Trascino quella specie di imbarcazione fino alla riva de lago e, non so come, riesco a mettere in piedi e far camminare la ragazza, stando sempre attento che i suoi pezzi non si separino mai del tutto.
La porto a casa mia, le offro cibo e acqua. Ha un modo candido di ringraziare…non pretende la vita, non teme la morte, ma mi è grata poiché tento di salvarla.
Non ricordo cosa avvenne dopo…
Ricordo poi che la baciai e facemmo l’amore. Come? Non ne ho idea…
Tutt’un tratto mi trovo in una stanza, un’aula scolastica. La ragazza è il dolce, impacchettato, che ho posato sulla cattedra, un dolce diviso in tre parti.
Termina la lezione e perdo di vista il fagotto.
Poi lo ritrovo. Sono nel bagno di questa sorta di scuola… Qualcuno ha deflorato il dolce.
Ne hanno confuso le parti, non riesco più a distinguere quale fosse la testa, quale il torso, quale le gambe.
Ho di fronte una scatola piena di pezzi di dolce, tutti perfettamente combacianti…una scatola assisa su più livelli.
Non riesco a ricomporre la principessa…non riesco neppure a udirne ancora il lamento.
«Hai fame?»
«No.»
«Dai, ti preparo qualcosa…»
«No. Non voglio…»
«Hai vomitato di nuovo, vero?»
«…»
«Hai gli occhi gonfi…Stupida. Non capisci che fai male anche a noi?»
“Volersi male è un incubo osceno
è l’urlo finale
il barrito di un treno
che sciabola come
la falce nel fieno
anche noi
lo so
e a tutto questo dico no”
Scrivo a te, indifesa amica mia.
Ti scrivo stanotte e, giuro, avrei voglia di sbraitare da quanto sono incazzato con te…
Non posso, il coprifuoco me lo impedisce.
Non fraintendermi, un po’ ti capisco…poco, però ti capisco. Quel che mi domando è che significato possa avere nuocere a te stessa, aggiungere dolore al dolore.
Versi benzina sul fuoco.
Era partito tutto un po’ come un viaggio in aereo. Il tuo primo viaggio in aereo.
Per prima l’attesa…immancabile. Giorni, mesi, anni…il tutto riassunto in poche ore in sala d’attesa. Il classico salone che abbaglia tale pare essere l’intensità dei neon alle 5 del mattino.
Eh si, perché mica si può rischiare di perderlo l’aereo…non è come il treno che, male che vada, ha un’altra corsa a distanza di massimo qualche ora. No, l’aereo lo prendi, altrimenti devi rifare il biglietto…e hai idea di quanto costino quei cazzo di biglietti? Porca vacca lessa…un fottio!
Poi arrivò il momento…arrivò lui, il tuo aereo. Ti accomodasti, testasti di rilassarti. Ti lasciasti andare…
Il decollo modificò l’andamento del tempo…velocizzò tutto il processo avvicinandoti a quel cielo…già.
Belle le nuvole, eh?
Volavi senza cinture, né tanto meno paracadute sotto il sedile…ti sei fidata ciecamente. Misure di sicurezza non occorrevano.
Eri al sicuro.
Belle le nuvole, eh?
Eri avvolta dal firmamento che tu stessa avevi architettato intorno a te…la volta celeste ti distraeva da tutto il resto, anche da noi.
Noi che eravamo e siamo rimasti qua giù, ad aspettarti.
Aria limpida, clima sereno, atmosfera appagante…e magari un sottofondo musicale stile “Just died in your arms tonight”. Tutto perfetto. Già…
Tutto intorno a te era così terso, nitido… Tutto perfetto.
Già…
Eri talmente sicura di quella illusione, che non ti accorgevi delle lacrime che i tuoni avevano solcato sul tuo viso.
Eri penetrata in un’illusione talmente fitta che, di buon cuore, ci stavi tirando a fatica anche noi. Ci illudevamo tu fossi felice, ma esserlo a singhiozzi non è proprio ciò che volevamo e vogliamo per te.
Ed ecco che adesso ti sei voltata verso il finestrino ed hai notato la pioggia.
Sai…il cielo non lo fa apposta. Non è certo sua intenzione bagnarti quando, come ora, non hai l’ombrello…
Succede e basta. Teo le previsioni le aveva lette…io invece il tg non lo guardo quasi mai.
Te l’aveva detto…ti aveva avvertita, non possiamo negarlo.
La cosa strana è che quel furbetto ha sempre ragione…a volte sembra quasi che certe situazioni, certe scene, se le sia vissute da solo in un ipotetico futuro-anteriore. Come se le avesse già vissute…bah.
Lo vedi? Stai scendendo…l’aereo atterra…
Non fargliene una colpa…è un errore. Ti ha fatto e probabilmente ti farà soffrire, beh, però non ne era, non ne è e non ne sarà consapevole.
14 Maggio ed un ricordo mi porta prima un sorriso, poi quasi scende una lacrima e sale la voglia di urlare.
Urlo forte…ma urlo in silenzio.
Eppure vorrei urlare tanto da spaccare i vetri di questo silenzio…vorrei urlare lì dove sei adesso, disturbare tutto e tutti con il mio rumore.
Ho voglia di piangere e di giocare. Voglio tornare a sparare alle lattine mentre mi guardi dal terrazzo…
Sono diventato bravo, dovresti vedermi. Ne centro tante adesso…al luna park ho vinto un peluche.
Ciò che mi hai insegnato l’ho imparato…ma avrei ancora voglia di imparare…
Io…uff. Io non sono bravo a reggere la parte. Voglio scendere da questo palco scenico…
Son le 4.36 di lunedì 30 aprile…specifico perché anche questo post sarà riportato più tardi(coinquilino a nanna e router spento).
Questa notte ho fatto una cazzata…do un consiglio a chi leggerà: se ti si spezza una Lucky, fumatila parte più vicina al filtro e butta via il restante. Se prenderai una cartina e ci metterai dentro quel tabacco…beh…il risultato è bello tosto da buttar giù. Per non parlare del saporaccio che ti lascia sulle labbra.
Fatto sta che abito in campagna. Beh, non proprio campagna…zona collinare.
A quest’ora gli uccelli si parlano. Lo fan per ore, non ho idea di cosa si dicano, ma ascoltarli è a dir poco spettacolare.
Alcuni producono un suono simile all’ululato di un cane, totalmente diverso dal classico cinguettio. Poi, dettaglio veramente incredibile, li si sente anche se il suono proviene chiaramente dal bosco. Non saprei dire quanti kbs siano, ma è senz’altro di una qualità impressionante…e non mi è stato possibile registrare. Non si sentiva niente…è come se essi volessero detenere una sorta di copyright, quasi come fossero Paganini in versione volatile.
Sono stato bene. Con la bocca schifata da quel sapore così forte, così rozzo, ma bene.
Una persona sana di mente adesso sarebbe ancora lì, anzi, magari se lo sarebbe perso perché a quest’ora avrebbe già scelto di dormire…dettagli. Ad ogni modo non sarebbe qui a scrivere un post per un blog che qualcuno, giusto pochi, ogni tanto legge.
A breve giungeranno le zanzare,le falene, le mosche e le vespe a rovinare la composizione. Ma per ora il lato positivo dello star fuori di notte, nonché un motivo per stare sveglio, l’ho trovato.
Ho trovato qualcosa che, seppur in minima parte, mi completa…
Senza contare che questa notte la luna è bellissima, avvolta da candide nuvole grigiastre. Un vero e proprio spettacolo.
Quasi mi faccio vanto dell’aver visto tale complesso…mi vien da ridere pensando a chi, miliardi di persone, ora dorme.
Qual’è la distanza che ci divide, Luna? Quanti sogni ci sono tra noi…quante dimensioni, quanta gente, quanto tempo, quanta vita. Vita.
Dormire porta sogni, ma io il mio sogno l’ho avuto qui…già…l’ho avuto. Anche questo è finito.
Adesso si va a nanna…a dormir sul serio. Conto di svegliarmi domattina…cioè…oggi…beh, dettagli anche questi. Teo aveva ragione, non avevo scuola…gli farò una sorpresa tornando oggi, mi aspettava per sabato…
Ore 2:54, è già mercoledì 25 aprile. Senza internet. Non è una novità, sono a Merano…mia madre…bah…solita storia.
Finirà anche questo, tempo al tempo.
Nelle cuffie ho Masini.
"Amore, sono incazzato da morire, ma con l’amore e non con te perché ti odio così teneramente che anche un cieco lo vede t’amo disperatamente…Si può esser più coglioni? Piango come un deficiente mentre ascolto le canzoni. E tutto questo qual bastardo lui non me l’aveva detto che si soffre come un cane quando se ne va l’effetto…ma lui, l’amore, fa sempre quello che gli pare e noi paghiamo amore mio…tu sei un foglio sotto un’altra matita e io scrivo su un’altra vita. Disperatamente più maturo e più coerente, mi è caduto addosso un muro e non mi sono fatto niente."
Amore? Amo? Ma sarà ancora vero? È questa la faccia del sentimento che vivo? Lo vivo ancora?
Dannazione, troppe domande…è che quando dici di amare una persona, e lo fai, non è facile cancellare tutto. Non ho dimostrazioni per esemplificare questo momento.
Si ripete dannazione…non ha un nome, ma si presenta ogni volta alla mia porta e ripete le stesse cose. Da mesi, sempre le stesse.
Il mio castello di sabbia è scaduto da un po’, non ci son più principesse da salvare in questa favola. Posso liberare il cavallo bianco e darmi alla coltura del mio orto. Già…la campagna…sapessi almeno cucinare ciò che coltiverei…madò…sono un fallimento con in cucina.
Però il riso ho imparato a cucinarlo…è più o meno come con la pasta…solo che ci si impiega il doppio del tempo. La prossima volta inizio a cucinarlo prima che mi venga fame…meglio non ripetere l’errore nel calcolo del tempo. Col riso 18 minuti equivalgono ad un’eternità se si ha fame…
Va beh che alla fine io ho sempre fame…
Va beh…Va beh…ho riattaccato a dire “Va beh”…faccio passi avanti.
Sarebbe anche ora di iniziare a cucinare carne…dovrei quantomeno tentare uno di questi giorni, anche perché sono bianco come il muro, manca sostanza. Ce la farò, lo sento, entro qualche giorno…ehm…mese…anno sarò un bravo cuoco.
Uhm…bah.
“Adesso sono pari e tutto quel che ho sono i miei errori, quelli fatti ieri e quelli che farò…”
Rosso…è sangue. Corro allo specchio del bagno, alzo la maniglia del rubinetto, acqua fredda…perunpo’ la lascio scorrere.
Guardo avanti a me, vedo me stesso. Il liquido color porpora continua a colare, forma un piccolo fiume sulle labbra e mi entra nella bocca.
Molti hanno paura del sangue…io no.
Lo sento sulla lingua…ha un sapore dolce…è un po’ come una lacrima, sono lacrime. Posso piangere…
Mi libero…mi piace il gusto…è come assaporare vita. La mia vita.
Per donarmi dolcezza un bacio, ma non un bacio vero, un bacio di quelli al cioccolato cioccolato… bagnoschiuma al cioccolato
Per donarmi amore passione, come quella di una rosa…ma non una rosa, no, di essa solo un petalo perché è così che volevo. È così che voglio… prima bianca, poi rossa
Per donarmi bellezza la sua pelle, bianca, delicata…pizzo, il ricamo di una bambola bambolina di sapone
Perdonarmi. non sono capace di dimenticare
Attendo che qualcuno torni a donarmi ciò che ho perso…ho tutto ciò che mancava, ma manca tutto ciò che c’era. Perdonami Teo, ho sbagliato tutto…la distanza distrugge anche noi…la distanza distrugge sempre tutto. Voglio una vita normale. Voglio una vita serena. Voglio amare. Voglio voglio voglio. Voglio.
“Storie di tutti i giorni, vecchi discorsi, sempre da fare. Storie come sulle panchine in attesa di un lieto fine” Riccardo Fogli
Da piccolo, quando anche l’età mi faceva bambino, disegnavo in prima persona.
Non credo d’aver mai segnato tratti di come vedevo me stesso…semplicemente, io non mi vedevo.
Ad ogni modo, però, io in quei disegni c’ero.
Se tutti gli artisti fossero stati e rimasti bambini, sarebbero ancora qui, sarebbero immortali.
Il tempo non può cancellare i miei disegni, può logorarli, opacizzarli, ma non eliminarli…se forse mi fossi disegnato sarei immortale anche io, come un ricordo, un sogno ricorrente…qualcosa di indelebile.
La pazzia e il lato più bello… Forse è pazzo chi ha capito. Chi riesce a sentire cos’è la realtà.
Da piccolo ti disegnavo…per questo adesso sei immortale. Non ti dimentico. Forse sono pazzo anche io.
Sono le 2 e mezza, guardo la tua foto da almeno 20 minuti.
Uhm…questa è nuova, l’ho trovata stasera…è così da un bel po’, se voglio una tua foto devo inevitabilmente usare google e la sua incredibile potenza nell’aiutarmi a trovarti.
Maledetto google…mi fa ritrovare anche il tuo passato, il nostro passato. Ma la cosa peggiore è che mi fa vedere lati di te che cieco com’ero non avevo mai notato.
Credevo di conoscerti, ma avevi ragione tu…io non so una beata mazza di te.
Però, forse, quel poco che ho capito tu ancora non lo sai. Poco importa, non te ne parlerò.
Argomento della serata? Date. Il tempo…di nuovo, eh? Scommetto non capirai il messaggio che ti ho inviato…è proprio quello che voglio. Tempo fa non mi capivi perché lasciavo comprendessi da sola solo ciò che volevo. Poi mi venne la voglia contraria, volevo che tu sapessi tutto di me, anche le piccole cose…i dettagli. Tutto.
Ma mica ci son riuscito, sai? Non hai capito tutto…per questo adesso sono qui che trasmetto ancora qualcosa. Onde nella tua direzione.
Che buffo che sono…non so se darmi del cretino da solo. E ancor più buffo c’è che se mi dessi del cretino dovrei scegliere se farlo perché ti sto ancora ossessionando o perché sono le 2.35 e invece che studiare C# per il compito di domani "perdo" tempo a scrivere sul blog.
Bah…sono solo parole, non farci caso.
C’è stata una progressione però…adesso non guardo solo la tua foto. Ammiro il vostro sguardo e inizio a domandarmi quale dettaglio accomuni il mio interesse su voi due. Mi chiedo se questo mio interesse si manifesterà anche su di lei e, se lo farà, mi domando quando. Per quanto rimarrò ancora qui, imbambolato e pentito.
Quando sarà abbastanza? Ma, soprattutto, ha senso farlo? Sto producendo qualcosa o perdo solo tempo?
Bah…e intanto il tempo passa e passa anche questa stagione.
Guardando i lati positivi, se ne sta andando l’inverno. Almeno le prossime sigarette che fumerò appena fuori del portone di casa non mi faranno congelare le dita. Questo almeno è quanto si spera…
Sono le 2.48 e io devo ancora finire di studiare…domani mi massacreranno. Bene Luca, inizia a dire addio a Rovereto…se entro fine febbraio non sistemi puoi considerarti nei guai. Cosa? Ah, sei maggiorenne?!
Non conta un cazzo la tua età Luca, tanto comunque sia non sei abbastanza in confronto a lei. Sarà sempre più forte perché non avrai mai il coraggio di darle contro.
"Se l’amore è cieco, tanto meglio si accorda con la notte."William Shakespeare
Appoggiato allo schienale di un sedile del treno direzione Rovereto, è domenica.
Il paesaggio scorre rapido oltre questo vetro…si porta via la strada, si allontana il mio passato. Scorre come le pellicole di quei film dei primi anni del ‘900, quelle che tra un fotogramma e l’altro nascondevano una riga nera. Una linea divisoria tra il passato, il presente e l’imminente futuro.
Mi domando quante volte ancora farò questa strada…alla fine la conoscerò a memoria. Quante vite ho lasciato laggiù…c’è anche la tua Matteo, la tua vita senza me.
La nostra adesso è un’amicizia part-time, ma entrambi sappiamo che non finirà. Anche se entrambi continuiamo ad avere paura di questi chilometri.
Tra qualche anno ci incontreremo per l’ennesimo finesettimana e non sapremo più chi saremo, in cosa il tempo ci avrà trasformati. Purtroppo è così, è questo il nostro destino…
Per anni passeremo le settimane a contare i giorni per sapere quando ci rivedremo. Sperando che quel pendolo non smetta mai di battere, come è stato invece per Milano.
Non sarà così, continuo a ripetermelo…ci eravamo promessi che saremmo invecchiati insieme e così faremo. Saremo compagni di università, basta volerlo davvero.
Ci immagini a dividere la spesa? Pranzare e cenare insieme tutti i giorni, fino a quando non troveremo le nostre anime gemelle, quelle vere. Quelle che ci divideranno.
Me lo immagino così il nostro futuro…
Un giorno, poi, faremo una bella rimpatriata e tu mi presenterai ai tuoi figli come loro zio adottivo.
Mi presenterai delle piccole pesti bionde, magari anche femmine.
Oddio, spero tu riesca a innamorarti di una bella mora…mora color pece, così mal che vada i tuoi figli nasceranno castani. xD
Non so come sarebbe essere zio di una bambina bionda…sarebbe un trauma, questo è poco ma sicuro, ma forse per te questo sforzo potrei anche farlo…anche perché finora, a parte la Vale(che…va beh…su alcuni punti avrei dovuto dirti come la pensavo veramente…ma rimasi zitto perché era amica della Bebba – te le ricordi quelle giornate a casa mia a fare i cazzoni con la chitarra? E quella volta della schiuma da barba? xD Ho ancora le foto… – ) , tutte bionde te le sei cercate/trovate.
Da un lato però son tranquillo…mi consola il tuo essere imbranato(la Sophia era lì ad aspettare che tu facessi qualcosa e tu invece…va beh…)
Magari troverai una moretta disinibita e sarai felice con i tuoi figlioletti castani, questo è il mio verdetto! xD
Tornando a noi, però…forse non tel’ho detto abbastanza. Sai com’è…siamo maschi e suona davvero strano dirlo, ma…ti voglio davvero bene Teo, non so come avrei fatto senza di te.
Immagini e ricordi di cui il fumo si nutre, nel freddo di un inverno senza neve.
Niente di diverso da sempre, da quando te ne sei andata. Fa freddo.
La neve scenderà lieta…ne farò immagini e ricordi.
S’infiltrerà attraverso il fumo e le parole, attraverserà sogni e ricordi di quando ero bambino e mi renderà felice.
Proprio come quando la neve ricopriva il giardino sotto casa e in pochi giorni si popolava di amici bianco latte.
La neve scenderà lieta…ne farò immagini e ricordi.
Sarà sereno, nessuno penserà più al freddo.
Ma forse non tutti amano la neve, la neve non è come la pioggia.
La neve copre, non porta via nulla.
E quando la neve si scioglie torna il freddo e la tristezza sul volto dei bambini.
Ci avete mai pensato a dove vadano a finire tutti i vostri sogni?
Io si…vorrei farci una visita in quel posto. Dopotutto se loro non vengono da noi tanto varrebbe andare noi da loro…se li aspetti non sai mai quando arrivano.
Maledetti ragazzini, a loro piace scherzare…a loro piace illuderti.
Immagino di trovarli tutti in una stanza…tutti ammassati in un angolo e colmi di polvere,i miei vecchi sogni. Quelli passati, ormai finiti.
Vissuti, usati, talvolta sprecati e adesso abbandonati lì finché qualcuno non passa e li ricicla.
Sogni sfuocati…sogni sporchi, inzozzati dal tempo. Inumiditi dai ricordi…congelati dal freddo della memoria e immortalati come in una foto. Una Kodak anni ’90, di quelle che avevano il contorno bianco e il retro nero.
Poi i nuovi…ancora da formare, da completare. In attesa del momento adatto…mai pronti del tutto.
Bambini capaci di far gioco dei tuoi desideri.
Malleabili, modellabili a piacere. Creta senza vita, puoi farne ciò che vuoi e non ti si sporcheranno neanche le mani.
Belli i miei sogni…
Tra le loro illusioni uno strano odore di speranza. Speranza vana, lo riconoscerebbe anche un manichino.
Bello il teatro…ed è qui solo per me…wow…sono una persona importante qui. Ogni cosa è collegata e confusa allo stesso tempo. Ogni cosa, però, è qui per me.
Il mio subconscio ha creato tutto questo…
Belli i miei sogni…
Sono simili ai miei ricordi…se mi impegno ci vedo anche gli incubi. Sono le macchie nere sui sogni usati troppo spesso. Sogni consumati.
Cavolo, quante macchie laggiù…che anno era? Ah…si. Beh, non si possono cambiare…o li butti via o te li tieni così.
E dove li butto? Bah…lasciali lì, ci penserà ben qualcuno a pulire. E magari invece che lasciarci lo spazio vuoto mi ci metterà altri sogni. I suoi sogni…grazie, caspita che belli. Nuovi. Delicati. Carichi di nuove emozioni.
Grazie davvero, sono questi i tuoi sogni? Sono stupendi amore.
Che poi, ora che ci faccio caso, questi sogni non sono come i miei…profumano. Che essenza è? Cavolo, non riesco a riconoscerla…
Ah si, aspetta…i tuoi capelli avevano lo stesso profumo quel giorno, amore…è quell’odore che hanno solo alcune ragazze. Potrebbero non lavarsi per mesi eppure lo sentiresti.
Non è l’olfatto a fartelo sentire.
Bello il mio sogno…mi domando come la mia mente abbia potuto generare tutto questo…è tutto talmente bello che quasi mi viene da credere in un Dio, qualcuno deve pur essere l’autore di questa meraviglia…
Che bella che sei…amore sei stupenda, sei un angelo. Non ti direi mai una banalità simile…è troppo classica per te, devo trovare qualcosa di più speciale da dedicarti. Devo fare di più per te…
Hey…ma dove vai? Perché scappi, fermati. Non mi abbandonare amore…non lasciarmi qui da solo, non so come andarmene di qui!
Sono qui adesso…sono qui. Non sparisco più, lo prometto!
Illusione…il passato.
Pensare che sembrava vero…invece sono qui seduto che scrivo…dannazione.
Maledetti ragazzini, a loro piace scherzare…a loro piace illuderti.
Ci pensi che sono 7 anni ormai che non ti fai sentire? Te ne esci fuori adesso…con questo regalo.
Me lo ero dimenticato…avevo dimenticato questa tua promessa…la mamma no però.
Adesso ho in mano questo orologio da taschino…mi raccontasti che te lo regalò tuo padre per la maturità…avevi 18 anni. Gli stessi anni che compirò io questo 26 dicembre…dicesti che me lo avresti dato quel giorno. Dicesti qualcosa legato al tempo…una sorta di metafora. Un simbolo.
[…] Poi fui sicuro, ogni poesia, ogni racconto, anche gli appunti sparsi erano uno sguardo all’orizzonte. Ogni parola era un pò sporca di mare, anche quelle più impensate, anche quelle alte come le montagne e fredde come l’inverno, c’era mare ovunque e pensai di annegare. […]