Che diavolo significa che avevo un bar?!

Ebbene, era come se avessi dormito negli ultimi anni. Tu ti presentavi nel mio bar, cogestito con un tizio che ti detestava – una sorta di hipster barbuto magro ma non troppo bello, un po’ come quel mio amico lì ma un po’ più fico, che sotto sotto possiamo essere tutti un po’ più fichi nei sogni – senza però particolare manifestare particolarmente la cosa.

Eri stanca, spossata, ma sempre bellissima. Con tuo figlio.

Tuo figlio che sarebbe potuto essere il mio, ma per qualche motivo mi ero dedicato al bar e tu a quel che interessava a te, io ero evidentemente un tipo da cocktail e tu una tipa da cose che interessavano te. E figli.

Era proprio un bel bimbo. Educato, pure. TI parlavo di come, quel figlio avrebbe potuto essere il mio e di come le scelte di vita avessero impedito che lo fosse.

Il punto è che io ero proprio un tipo da caffè e tu una tipa da figli. E cose che interessavano a te.

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