Bambino ostrica.
Non m’era mai successo, mai così. Non m’era successo di sentir pancia e testa e braccia e gambe svarionare, dar di strano.
Non m’era successo così di sentirmi estraneo e ora mi son dimenticato com’è sentirsi parte.
Oh, che son sbadato si sapeva.
Se però è così, se mi tocca ripartir da capo, se non c’è verso, se poi mi si va a ricostruire da zero…se non c’è lei con me e poi finisce che non torna…
Oh senti, spegni pure, che a me tutta ‘sta manfrina del via vai quotidiano, senza di lei, non mi va. Davvero, m’importa una sega a me del Louvre, m’importa una sega a me del mare, m’importa una beata fava del fare l’amore, del preparare il thè, del cucinar carbonara, persino della wok, del thè freddo alla pesca che puzza di piscio di gatto, del panino con la cotoletta e la salsina che mi garba tanto come lo fa lei, della tivù, dei film che metton sonno che son belli lo stesso se poi dormo e lei mi è accanto o se dorme lei e io son lì che l’accarezzo, m’importa una sega delle spiaggette del Talvera, m’importa una sega di Bolzano, del rosso un po’ scuro – fatele in un altro modo le tavolozze -, m’importa una sega a me dell’accoppiare i colori in generale – del nero sul blu -, m’importa una sega di S. Lorenzo – che cadano pure le stelle, che le stacchino tutte che tanto io non le guardo, che tanto son quelle, Venere compresa -, che mi tolgano pure i cereali col latte freddo, che Cristiano De André vada in pensione già ora – che ho iniziato ad ascoltarlo da quando lei è riuscita a farmi piacere quel solo 3 dicembre -, che la Moleskine inizi a produrre carta igienica, che non scrivano più libri, m’importa una sega dei reggiseni push-up se non servono a far sentire più donna lei – che tanto a me piace toglierglieli di dosso -, frega un cazzo a me di far foto, frega nulla di montare il proiettore, frega mene di scrivere sms, importa nulla della tascapane, di tagliarmi i capelli, di tagliarmi le unghie, che le sigarette le mettano anche a 20€ a pacchetto – mi frega nulla di quelle, che facciano male a qualcun altro -, m’importa una sega delle scie degli aerei se non c’è lei che mi urla addosso “tagliama”, che vadano a fare in culo tutti gli oroscopi se non prevedono che io possa in qualche modo riaverla qui, che…
Basta. Spegnete tutto.
Voglio essere libero. Libero di stare male. Libero anche di non respirare quest’aria che condivido, se mi va.
A me non interessa…
A me non interessa.
Io tanto me ne sto qui. Me la vivo bene.
Io sto qui. Dove cazzo vuoi che vada, tanto?
Valgo così poco io.