Confusione.
Spesso spavaldo, poi poco dopo così.
Dannazione, sono un lunatico del cavolo…
Sono solo cazzo, mi sento dannatamente solo.
Voglio, cerco, imploro, supplico amore.
Solo tra la gente. Ho paura…
Spesso spavaldo, poi poco dopo così.
Dannazione, sono un lunatico del cavolo…
Sono solo cazzo, mi sento dannatamente solo.
Voglio, cerco, imploro, supplico amore.
Solo tra la gente. Ho paura…
Come passi lento, Tempo…come corri quando ti vorrei fermo.
"Ho licenziato Dio
gettato via un amore
per costruirmi il vuoto
nell’anima e nel cuore.
Le parole che dico
non han più forma né accento
si trasformano i suoni
in un sordo lamento.
Mentre fra gli altri nudi
io striscio verso un fuoco
che illumina i fantasmi
di questo osceno giuoco.
Come potrò dire a mia madre che ho paura?
Chi mi riparlerà
di domani luminosi
dove i muti canteranno
e taceranno i noiosi
quando riascolterò
il vento tra le foglie
sussurrare i silenzi
che la sera raccoglie.
Io che non vedo più
che folletti di vetro
che mi spiano davanti
che mi ridono dietro.
Come potrò dire la mia madre che ho paura?
Perché non hanno fatto
delle grandi pattumiere
per i giorni già usati
per queste ed altre sere.
E chi, chi sarà mai
il buttafuori del sole
chi lo spinge ogni giorno
sulla scena alle prime ore.
E soprattutto chi
e perché mi ha messo al mondo
dove vivo la mia morte
con un anticipo tremendo?
Come potrò dire a mia madre che ho paura?
Quando scadrà l’affitto
di questo corpo idiota
allora avrò il mio premio
come una buona nota.
Mi citeran di monito
a chi crede sia bello
giocherellare a palla
con il proprio cervello.
Cercando di lanciarlo
oltre il confine stabilito
che qualcuno ha tracciato
ai bordi dell’infinito.
Come potrò dire a mia madre che ho paura?
Tu che m’ascolti insegnami
un alfabeto che sia
differente da quello
della mia vigliaccheria. "
Cantico dei drogati, Fabrizio De André
Questa notte Faber mi tiene compagnia.
Le fragole sono rosse.
Chi mai potrebbe scambiarle per rosa?
Sarà che ognuno vede ciò che vuole…
Fatto sta, che le fragole sono rosse.
Ok, il rosa è più tenero, più fragile…ma il rosso è il colore delle rose. Quindi il rosso è anche rosa.
Le fragole sono rosse.
Sono stronzate.
Io sono libero, io vivo, io vado avanti, io sono felice.
Io riesco a uscire con altre, io riesco a desiderarle, io riesco a non pensare a lei ma a pensare a loro, io riesco.
Stronzate.
Cazzo, punto e a capo?
No, non sto pensando che sarebbe stato un anniversario, no. Lo penso mentre lo dico, ma non lo penso.
Lo penso ora, ma adesso non più.
Adesso si.
Adesso no.
Cazzo, si.
I biglietti – che qualcuno del serale fregò insieme alla mia smemo – …Milano…l’incontro – immobilizzato, tremolante e sbiancato – …i giardinètti…quel bacio…
No, non ci sto pensando.
Cazzo.
Quel giorno mi svegliai in ritardo, così non ebbi neanche il tempo di prepararmi, arrivai là vestito con i primi indumenti che m’eran capitati per le mani – indossati durante la corsa verso la stazione –, le ascelle maleodoranti – a questo tentai di rimediare portandomi due tshirt –, i capelli di uno che s’è appena svegliato e non sa che ore siano…e tanta, tanta voglia di lei.
Sarebbe tutto diverso, tutto più semplice, se solo non avessimo incontrato quello strano tipo.
Un tizio di colore, uno di quelli che in tanti amano definire vucumprà, ci avvicinò e ci offrì desideri di stoffa a colori.
Desiderio che io espressi non verso di lei, ma verso me…una promessa.
È qualcosa che iniziai a capire pochi giorni fa, guardando questo braccialetto che ho tuttora al polso destro, lì dove lo annodò lo strano tizio.
Mi hanno spiegato che il desiderio che si esprime quando lo si indossa, si avvererà quando esso si spezzerà – cosa che accadrà a breve, visto il livello di deterioramento che sta raggiungendo –, prima di allora si resta come incatenati a lui, attendendo ch’esso ci abbandoni.
Per me questo non è il simbolo di un desiderio, lo è di una promessa.
Chissà che cavolo passò per la testa di quel tipo quando me lo porse. Quel che mi preoccupa, più che altro, è ciò che ad esso associava lui, visto il grado dei suoi ormoni in quel dato giorno…rideva e sparava vaccate mentre io, imbarazzato, vivevo il mio sogno. Bah.
Questo braccialetto è il mio amore.
Esso è tutto qui dentro.
Non sono capace di amare, ho paura di amare.
“Non vuoi abbandonare la tua parte di lupo solitario perché così ti piace” diceva Teo.
Non so…sto aspettando che si spezzi, ma in parte questo dolorino tenue mi piace.
Con questa sorta di mal di testa, questo rimpianto, ci convivo bene. Sopravvivo.
Alla fine, di cosa ho bisogno io?
Il sesso, pare strano, oramai mi annoia. È sempre la stessa cosa e io cerco qualcosa di più interessante, ma quando lo dico suona male.
Sono etero. Nella ricerca di qualcosa di motivante, diverso, speciale, ma sono etero.
Voglio amore. Voglio amore vero, non amore usato, non amore comune, non amore da soap opera, non amore del “Ti amo già anche se non ti conosco”.
Voglio amore da polveriera, amore da giardinètti, amore da…boh.
Voglio amare ed essere amato, è chieder tanto?
Affitasi cuore usato, ma praticamente nuovo, corredato di corpo e anima. Solo persone referenziate.
Dolcenera – Mai più noi due
Fiuuu…ci voleva. Sto meglio.