Sollevato dall’incarico.
Non ci rimango male per me, ci sono altre millemila cose da fare e se devo esser sincero non dovermi più occupare di questa è un bene. Mi sento sollevato, vorrei quasi ringraziare…e non è da me. Non è da me perché l’unica volta che provarono a “sollevarmi dall’incarico” tu c’eri e sai come la presi.
Ancora adesso ci penso ogni tanto, a quei pugni sul clacson e quelle urla disperate. La consapevolezza di non farcela, di non essere abbastanza seppur io mi sforzassi di dare il meglio, più di quanto la mia mente e il mio corpo potessero reggere.
Studiavo i modi, i metodi, la psicologia di vendita, tutto. Volevo sfondare e volevo che le persone mi guardassero come si guardan quelli che son riusciti.
Ci rimango male per te. Per quella persona che contava su di me, non quella che ha preso il tuo posto.
Quella persona che ogni tanto mi guardava con ammirazione e vedeva per noi un futuro bello. Sentiva che ce l’avrei fatta, che avrei sfondato prima o poi.
L’ho delusa. Ho fallito un’altra volta.
Di solito quando fallivo e mi abbattevo, si abbatteva anche lei con me, crollavamo e ci rialzavamo insieme. Non senza qualche livido, ma quelli vengon quando si cade male e noi male ci cadevamo sempre.
“Non capisco perché non ti ci metti seriamente, non ci vorrebbe niente per te” non so quante volte l’ho sentita pronunciare e da quante persone prima di oggi.
Io sono quello che a scuola aveva la testa ma non era interessato ad applicarla, dicevano.
Mai nessuno che avesse le palle di guardarmi fisso negli occhi e dirmi “non vali un cazzo”.
Avevo bisogno di sfide. Faccio così io.
E senza dubbio sono arrugginito. E mancano incentivi a buon prezzo.
Sognavo di creare attraverso la mia tastiera, speravo l’università sarebbe stata una spinta ad attivarmi. Pensavo avrei realizzato siti web, mi mettono a disegnare lenzuola per la nuova linea di un’azienda da raffinati che non avevo mai sentito nominare. Qualcosa è andato storto.
Tempesta:~ phaberest$ clear
Magari funziona…
No.
PS: I consigli nr. 1 e 2 non sono mai stati pronunciati, ma Jecht insegna che se parli del terzo, prima o poi qualcuno tornerà per conoscere i primi due.