Ad libitum.

Silenzio.

Non ci vado neanche domani, non ce la faccio.
Alcuni dolci li fanno col sale.

Voglia di andar lontano, via da ciò che sono diventato.
Voglia di tornare a quando era tutto facile, quando c’eri ancora tu.
Voglia di cambiare le cose. Voglia di cambiare me.

Rewind.

Teo è ancora il mio angelo custode/grillo parlante.

La luna sta nuovamente cambiando…il breve periodo di piena è tramontato.

La guardo, lei mi guarda. Nulla è cambiato, siamo ancora noi, ancora qui.

Giudizio non autorizzato.

Vagate senza una meta, avete molto tempo da perdere e ne siete talvolta consci.

Giudicate seppur non ne abbiate alcuna autorità, ma vi piace e per questo continuate.
Sapete classificare bene chi è sfigato, chi è stupido e chi è coglione, ma di rado ponete altre persone al vostro livello. Il peggio è che non riconoscete che porre altre persone al vostro livello equivalrebbe a degradarle.

Predicate un Dio che non sapete elogiare, poiché molti di voi non vedon l’interno di una chiesa almeno da quando io ho rinnegato il mio.

La maggior parte di voi si alza ogni mattina per raggiungere un luogo. Sia per scuola o per lavoro, permane il fatto che molti di voi fan questo senza comprenderne lo scopo. La scuola non vi insegna e il lavoro non vi migliora. Una vi da un pezzo di carta e l’altro vi porta soldi in tasca.
Per non parlare di quando, dopo aver lavorato per anni portando per anni soldi a casa, l’unico vanto che sapete darvi è quello di aver lavorato per la famiglia. Come se fossero i soldi che avete procurato ad averla formata.

[…]

Oggi sono io a giudicare, a darvi dello sfigato, dello stupido, del coglione. Oggi sparo il mio giudizio ponendomi nel ruolo di Dio ipotetico, perché per quanto voi stessi lo ignoriate, solo lui potrebbe e dovrebbe farlo.
Questa sera ho scelto di non stare zitto. Questa notte ho scelto di incazzarmi per bene.

Ne percepiscano l’offesa i diretti interessati. Si scandalizzino i perfezionisti. Ne siano disinteressati i menefreghisti.

Se solo trovassi le parole giuste, allora si spalerei merda. E di merda ce n’è tanta, ce n’è per tutti.

Anche per me.

I folletti di vetro mi ridono(ancora)dietro.


Vedo che salgo a rubare il sole
per non aver più notti,
perché non cada in reti di tramonto,
l’ho chiuso nei miei occhi,
e chi avrà freddo
lungo il mio sguardo si dovrà scaldare.

Sono riuscito a sbloccarmi, ho avuto le idee che cercavo e posso continuare a scrivere il mio libro. Come ciò sia successo, temo sia meglio non scriverlo qui.

Per la prima volta estraneo anche a me stesso… Sensazione paradisiaca.

Però ce l’ho sul gozzo. La prossima volta lo faccio, la prossima volta quei 90km scarsi in più, li faccio.

Non ho più paura della pioggia.

Voglio diventare grande. Voglio essere grande e fare le cose che ti rendono fiero di me.

I miss you daddy.

Perdonami Padre, perché so quello che faccio.

Nobody’s life.
Dove sono io?

E adesso rimettiamoci le scarpe.

Quel che si crea, quel che si distrugge, quel che permane.

Giornata fantastica passata nella grande Milano, ancora non mi sono ripreso.
Adrenalina, taurina e caffeina saltellano frizzanti nelle vene e mi fanno dire, fare, mostrare, vedere il lato bello delle cose, di quelle semplici.

Teo è qui al mio fianco, anche lui adesso sa che cosa intendevo. Ha visto con i suoi occhi e ne è rimasto colpito.

Mi rendo conto che serve veramente poco a farmi sentire bene, a farmi pensare che tutto sommato la mia vita non è poi così male…che c’è sempre tempo per un sorriso, anche per quelli che son mancati, così da raggruppare tutti quelli che avanzano- che eccedono – in una scatola e indossarli quando proprio non se ne riesce a tirar fuori uno.

Due giornate in una. Da un lato rivedere Bebba e conoscere una persona x che al momento chiameremo Monica(=P) – vecchio mandrillone, il Teo ci provava come un ramarro svizzero con gli ormoni di un tricheco disegnato da Rocco e diretto da Brass -, dopo un viaggio con Teo che, mezzo rincoglionito, tentava di seguire il mio sproloquiare per tutto il tempo.

Devo essere onesto, Bebba è la prima ragazza che si rivela realmente abile a mantenere un’amicizia nonostante tutte le intemperie che passammo in tempi meno lucenti.
Sei importante per me, tienilo presente.

Dall’altro lato il rientro a casa…quando, convinti di poter dormire, ci siamo fermati a un’autogrill vicino Brescia e ci siam poi ritrovati, quasi per caso, a Riva del Garda a fare cazzate con Maruja e Thomas – una persona y che chiameremo invisibile, per motivazione che solo youtube potrà esplicare, ragazzo della primacitata -.

Non mi sentivo così da diverso tempo, ancor prima di aliCe e…boh…mi sa che così non mi ci son neanche mai sentito ora che ci penso.
Sarà anche per via dei vari RedBull e caffè che ho assorbito per restare sveglio.
Fatto sta che sono…sereno…Felice – F maiuscola -, non di nome ma di fatto. =)

PS: Teo, anche se sei qui adesso e per questo non mi dilungherò troppo su questo punto, voglio farti sapere che questo viaggio non sarebbe stato la stessa cosa senza te. Ti voglio bene cacca, anzi, cacca di Hello Kitty – come dice Monica x -. Grazie.

Never know the reason why…

Oggi Bolzano l’ho sentita diversa. Distante. Assente.

Sarà che, oggi come oggi, mi basta una sigaretta per uscire, andare via, abbandonare quel che ho attorno.
E intanto che io mi assento, il mondo ricomincia ad assentarsi…e intanto lui se ne frega e continua a girare. Conviviamo nella nostra estraneità domandandoci, di tanto intanto, noi qui che ci stiamo a fare.

Ho fatto un calcolo oggi, un calcolo idiota…se consumassi, in media, 30€ al giorno e ne guadagnassi 1200 al mese, potrei vivere 10 giorni in più ogni mese. 10 giorni da parte per quando avrò tempo di consumarli. 10 giorni per dire quel che penso, fare quel che voglio, andare dove sto meglio. 10 giorni per essere libero. 10 giorni senza me.
Poi mi soffermo un secondo, mi guardo fermarmi per strada e, con un’espressione che di tutto da l’impressione tranne di uno che sa quel che fa – o pensa -, dirmi "Luca, il problema non si pone…tu 1200€ non le guadagni al mese, tutt’al più vivi 10 giorni di meno ogni mese". E ti pareva se non avevo un debito pure qui…

La nicotina sta giocando le sue carte in un gioco dove se perdo ho perso tutto. Mi rendo conto che non so giocare ogni volta che la mia tosse assume quel suo suono catarroso. Vagamente acido aggiungerei.
Magari sta iniziando il secondo tempo del film…

Un po’, devo esser sincero, ci spero.

Un giorno.

Fumo una sigaretta ripescata per fortuna a giro per la stanza…non per nulla fumo lucky strike, ma va beh…

Ripenso un po’ a quel che mi dicevi mentre guardo il fumo salire e dissolversi oltre la luce dello schermo acceso.
Penso che ci si scherza sopra, ma quel numero è veramente maledetto.

Che sia stata anche quella una coincidenza?

Il mercato ci gioca sopra e adesso tutti hanno la fissa del numero 23. L’odio che mi torva l’animo è tutt’altro che entusiasmante…e sono quasi 9, numero divino.

Guarda con gli occhi di un turista e scatta qualche foto qua e la…

Ascolto il silenzio e tento di capire cosa ha da dire. Se c’è una cosa che ho capito, però, è che non mi sto divertendo…se è una vacanza, facciamola finire qui.
Non mi diverte più, voglio tornare a casa.

Turista della vita. Scatto foto alla vostra e provo emozioni di altri.


img ©2006-2008 =noinspiration

Follia FOLLIA!

Non so cosa sia, ma si fa sempre più forte…SBATTE, picchia forte contro le pareti della mia testa…non riesco a fermarla…sembra uno zoom della voce, qualcosa di improvviso, si agita e urla, spande seppur sobrio. Mi spaventa! Non lo controllo…non smette…non so cosa sia, ma si fa sempre PIU’ FORTE…sbatte, picchia forte contro le pareti della mia testa…non riesco a fermarla…sembra uno zoom della voce, qualcosa di improvviso, si agita e urla…mi spaventa! Non lo controllo…Non so cosa sia, ma si fa sempre più forte…sbatte, PICCHIA FORTE contro le pareti della mia testa…non riesco a fermare questo caos…sembra uno zoom della voce, qualcosa di…sobrio…ora più lento, poi veloce e di nuovo lento. Ora più lontano…sento i pensieri più dolci…docili, come leoni stanchi…

Si ferma.

Forse è per qualcosa che ho mangiato, forse per la stanchezza, forse no. Follia.

Vaniglia.

"Come preferisci che ti svegli domani?"
"Urla."
"Giammai!"
"allora…uhm…secchiata d’acqua .-."
"No. Piano piano…magari…pff"(esita)"N’ze po’ dì…"
"o.O"
"Magari…vengo li…ti do un bacio…"
"e te ti aspetti che con un bacio sulla guancia io mi alzi? xD"
"E chi ti ha detto…"

Bacio alla vaniglia.
Oggi mi sento bene, ho voglia di un gelato. Gelato sapor di vaniglia.

Prego, l'altra guancia è sullo specchio.

Giada ha 14 anni e vive da 14enne. La vita l’ha costretta, come quella di tutti, a correre e lei non ha corso abbastanza. Ne parlavamo l’altra sera io e Teo, dopo il mio ritorno – come al solito senza preavviso -, dopo la serata al Mec, che se solo lo sapesse Eva, si rifarebbe tutt’altra idea dei miei ideali.

La vita costringe a correre e disdegna chi non corre ma cammina.

Poi ci son quelli che non corrono, né camminano. Quelli che son fermi e pargon tali. Forse perché, per scelta loro oppure no, non han seguito lo stesso percorso che tutti hanno seguito dopo che altri l’han scelto per loro consigliati a loro volta da altri che altri e altri e altri ancora aveano predeterminato allo sbaraglio dei tempi.

Se non corri non sei normale, ma che tu sia normale o meno, nessuno può saperlo.

Porrò un quesito a voi che leggete.

Tutti hanno un cellulare, il primo me lo regalarono i miei in terza elementare. Era quello del Babbo, nero, lungo e con antenna sporgente: nokia marchiato sip e sim tim. Lo usavo per telefonare.
Il mio attuale N70 è bellissimo, non recente, ma davvero appariscente. Ha tutto dentro: giochi, fotocamera, mp3, video, calcolatrice, cambio valuta, browser web con annessa connessione UMTS, software di fotoritocco, visulizzatore word, pdf, excel, caffè, lavatrice, ferro da stiro, ecc…ah, e serve anche a telefonare, a volte.
Poco però, perché costa.

Ad ogni modo, quest’aggeggio c’è chi lo usa per telefonare. Comunicare.

Le madri chiamano i figli, i figli chiamano i padri, i padri chiamano la nonna, la nonna chiama il nipote, il nipote chiama la fidanzata, la fidanzata chiama la sua migliore amica, la migliore amica chiama la madre che a sua volta chiama l’amico dell’amico del marito della figlia della nonna del nipote della…
Tutti parlano. Tutti insieme sarebbe un caos.

Tutti in una stanza.

parole parole parole

Tu, tu, tu. Caduta la linea.

Tutti parlano con tutti, allo stesso modo tutti guardano tutti, tutti sentono tutti, ma tu?
Tu parli con te? Tu ti guardi? Tu ti senti?

Un GPS può dire dove ti trovi, ma non può sapere dove sei.

Dovunque sono sono fuori.

Mom Says I’m Running Away.

When love is a gun…

 

Disegno cuoricini tra un appuntamento e l’altro sul promemoria degli appuntamenti…a disegnarli nella neve era più comprensibile sentire freddo.

Le faccio uno squillo.

Sono repellente verso le persone. Detesto le piccole cose. Non sopporto Andrea che non fa che toccare e parlare e spingere e "Cecco tocca che mamma non vede".
Provo rabbia dentro e so che né lei, né le pensone che mi passano accanto ne sono la causa.

Il problema, come sempre, sono io.

The heretic seal beyond divine
A prayer to a god who’s deaf and blind
The last rites for souls on fire
Three little words and a question – why?

Ieri, domani e, quando ho tempo, oggi.

Più vivo e più mi sorprendo di quanto vivere sia strano. Per me vivere è un piacere forte, anche troppo forte alle volte…è un po’ un orgasmo persistente che alle lunghe stanca, sfinisce, fa passare la voglia. Perde significato.

Più vivo e più mi rendo conto che alle volte non vivo. Se viene a mancarmi la vita, mi sento mancare me stesso e non riesco a godere di ciò che potrei offrirmi. Credo sia un po’ come la sensazione, giusto per continuare a paragonare col sesso, che si prova facendo cilecca, ma amplificatela fin quanto sapete contare e ancora non avrete capito di cosa sto parlando.

Macchio d’inchiostro la carta e ancora non ottengo risultati.

Corro e corro per trovare ciò che in forma teorica ho già.

Gioco con la vita che tempo addietro desideravo.

Mi sento solo alle volte. La cosa assurda è che così mi piace.

Sono elettrizzato dall’arrivo della fine del mese. L’angoscia occupa il tempo…

Potevo anche rompermi qualcosa…sarebbe stato meglio. Almeno l’ospedale sarebbe costato meno. Adesso per ‘sto ciufolo d’un carroziere dovrei aprire un mutuo.

Fino al 20 marzo manco un euro…e dopo…e dopo boh. Dopo si vive.

Natale.

…e intanto gli altri ridono, e intanto son felici.

Io guardo la piccola Andrea e ripenso a Babbo natale.

Detesto il natale.

Eppur non è bianco

Esco per andare a prender la macchina, la mia auto, la mia brutta fuori ma bella dentro.
In città c’è movimento. La gente, sulla via delle passeggiate meranesi, si accalca addosso ai mercatini di natale come lo Stato addosso ai portafogli e tutti sembrano felici, tutti a dire "Ma quanto è bella Merano". Tutti tranne chi a Merano ci vive, ovviamente.

È incredibile quanta foga ci mettano nell’ordinare un vin brulé, nel chiedere il prezzo di quell’orrenda gonna tirolese, nello spingersi l’uno contro l’altro sfruttando fino all’ultimo millimetro di spazio per godere dela calore dei lampioni a gas…però nel camminare no. Mentre camminano sono tante pecore, così lente che danno l’idea che la flemma napoletana si sia nettamente spostata a nord. Per non parlare di come sia complicato trovare un buco di fuga per superare quelle muraglie in processione…

Tutto per il natale. Tutto. La musica in sottofondo(orrenda), le decorazioni lungo le strade, il cotone nelle vetrine per dar l’immagine di una neve che non si fa vedere ormai da anni se non per qualche solitario giorno, i santa Klaus, i cioccolatini, lo strudel di cui i tirolesi – come i tedeschi in generale – si fan tanto vanto(senza sapere, però, che questo dolce nacque in Turchia)…

Il natale è una delle cose che più mi fa innervosire. Rovina la mia quiete, infastidisce i miei sensi, disturba i miei spazi.
Natale è puro consumismo. Fai un regalo perché è natale, devi. Così i prezzi salgono, così la gente spende…

Bah.

Però una cosa buona del natale la riconosco: la cena della vigilia.
Mia madre cucina poche volte, solitamente si limita a un piatto di pasta o tutt’al più a un pezzo di carne, ma in occasioni di questo tipo sforna le sue abilità.
Non per nulla lo stracotto è già nel freezer. Poi sarà seguito da una buona dose di polenta e magari lenticchie e cotechino, e…aaah…già mi vien l’acquolina al pensiero.
Non che mi piaccia l’ìdea della tavola riunita…no, a me interessa mangiare, però quando mangiare è mangiare bene, chi può mai tirarsi indietro? Io no senz’altro.
Peccato solo ci sia del religioso in mezzo. Effettivamente mi scoccia. Beh, che ci vuoi fare…è natale. -.-

aliCe è incazzata. Strane le donne quando ci si mettono…mi vorrebbe lì il 22, 23 o giù di lì… Non che non ci voglia andare – fosse per me andrei tutti i giorni – ma…non so…non è il momento.
Sarà che non ho ancora parlato con suo padre.

Qualcosa l'avrò pur dimenticato…

Strana sensazione.

Dunque, è un periodo che va…non va da favola, ma va. Ho una Punto sotto il culo, ma non sono ancora scappato – e non è per la benza, intendiamoci -, ho una ragazza che tutto sommato mi fa sentire realizzato anche se il nostro rapporto è un po’ un orologio a ricarica con ticchettio mensile, ho un lavoro che non produce più una beata pippa, ma il rapporto creatosi con i colleghi non è male – nonostante chi non si è ancora messa in testa la differenza tra lavoro e cazzeggio -, ho un altro impiego alle porte, ho scoperto d’avere una famiglia numerosa e con alcuni elementi – femminili, si sottintende – tutt’altro che passabili, ho una zia neo-matrimoniata e una sorta di neo-zio che ancora non si rende conto della cazzata che ha fatto, eppure…uhm…

Eppure boh.

Eppure non sono poi così soddisfatto…voglio dire…mi manca qualcosa? Boh.

La verità è che mentre un po’ tutto tende allo stabile, io cerco di dileguarmi verso qualcosa di disordinato.
A farla breve è un po’ come se tutti si vestissero di bianco, e a me il bianco non dona proprio.

Poi me ne sto un po’ per i cazzi miei. Vado al parcheggio, lì alla scuola, dove verso tarda ora non c’è anima né cane(un po’ come per tutta Merano d’altro canto) e penso. A cosa? A nulla. Penso.

Sapete…ci sono momenti in cui è giusto starsene per i cazzi propri. Un po’ come, quando si dorme, di decide più o meno da soli cosa sognare, è giusto che quando si è soli, di decida da soli a cosa pensare.
Nessuno ha mai rotto le scatole a qualcuno se questi dormiva senza sognare. Eppure dormiva.

Il punto è che mi sento un po’ troppo al centro dell’attenzione ultimamente.
Mi piace farmi notare, ma devo essere io a volerlo, così che altri possano scegliere di ignorarmi quando esagero. Se sono loro a iniziare, non c’è gusto.

E poi che due maroni ‘ste feste…son proprio tutti buoni a spendere e spandere quando ce n’è l’occasione, ma quando, però, parli loro di risparmio in previsione del futuro…allora sì che si piangono addosso perché non arrivano a fine mese. Eh si…i soldi in cazzate si spendono, ma poi se…va beh…lavoro. Do’h.

Ah, giusto, il blog lo ho riaperto. Nuovo indirizzo, nuova casa…stessi post e stesso imbecille che scrive. Puzza un po’ di vecchio e familiare, ma almeno adesso lo sento di nuovo mio. Mio mio MIO!

Col cazzo che gli ricambio nome se si ripresenta una situazione come quella passata. A quel punto chiudo e mi compro un diario.

Adesso basta, velà, ho già sparato abbastanza boiate.

Grazie…

Pian piano svanisci, veloce sparisci.


8. 7. 1. Ieri.

Fronte bianca e non capivo se fosse per il flash o perché la foto sbiadiva.
Ma si, dov’è il problema…dopotutto ti ho dentro, no? Che importa se adesso la tua faccia è da qualche parte sulla Merano-Bolzano. Che importa se già non mi ricordo un cazzo di come eri. Che importa se più il tempo passa e più mi rendo conto che sei sempre più lontano. Che importa se…che importa?

Volevo, pensavo, credevo…ma no, sono al punto di partenza.

Ho imparato che tutti gli obiettivi si possono raggiungere. Basta volerlo.

Per esempio, se una ragazza ti dice di no, te che fai? Lasci perdere? E se poi t’interessa davvero? Insisti, sbaglio? Appunto.
Però aspetta. Se tu quella ragazza la desideri davvero è un conto, ma se invece vuoi solo fartela, il suo si sarà relativamente scontato quanto il tuo impegno. Poi non ti chiedere perché ti va male, perché è quanto meno ovvio che, se non focalizzi il tuo obiettivo, ma al contrario lo generalizzi, non ti sarà possibile poi raggiungerlo.
Semplificando, è un po’ come se tu volessi andare a casa senza sapere dove abiti.
Questo per dire che, se vuoi davvero raggiungere un obiettivo, devi prima focalizzarlo.
Ritornando all’esempio della ragazza: se non sai come la vuoi – e non parlo né di taglie, né di colore degli occhi – è inutile cercartela(chi ha orecchie per intendere intenda, poi mi dica che ha capito affinché io possa ripetergli che è un imbecille)

Tornando al discorso principale, come posso raggiungere il mio obiettivo se ne sto dimendicando i dettagli?
Dannazione, io amo i dettagli. Io vivo di dettagli.

Va bene, forse avrei solo bisogno di una passeggiata e so bene dove e come dovrei/vorrei farla. Mancano, però, tempo e coraggio. Mancano parole e silenzi. Mancano profumi e parole, parole e silenzi. Mancano sensazioni, emozioni e parole, parole e silenzi. Mancano la voglia di rivedere un quadrato bianco del cazzo e poi pensare di stare meglio, che tanto è passata, che quel che era da fare l’ho fatto. Manca la forza per vedere una croce e non voltarsi dall’altra parte.

Senza contare che inizia a mancare il disprezzo. Il mio essere estraneo. L’insulto a colpi di sguardi e walkman. E tu lo chiami odio e non sai che cos’è
Manca la domanda sulle domande alle quali risposte non voglio dare E tu che credi abbia smesso di cercarle
Manca la continuazione di una fine tagliata in anticipo Eppure la fine continua

Ho voglia di sputare sentenze.
Io sono ciò che ama perché ad esso ho saputo rinunciare. Perché non ascoltava, perché non capiva
Io sono la voce che sta dietro E tu che critichi le mie maschere

Io ci sono, io mi sento. Sono ancora qui.
Sono lo spazio che pone distanze tra illusorio e convinzione. Disprezzo perché sono stato deluso e forse a voi che accusate la mia blasfemia è andata meglio. Non lo so e, ora come ora, non me  ne curo.

Ama, perdona, ringrazia mi insegnarono. Però come potevi amarle le pecore? Come potevate far parte di questo greggie?
Come potevate esser pazienti di un dentista senza denti?

"Ho bisogno di un delirio che sia ancora più forte, ma abbia un senso di vita e non di morte"

Non basta essere felici per stare bene. Sono un nomade tra i sentimenti e le emozioni.
Non sono fatto per il sorriso in offerta al supermercato.
E poi, a dirla tutta, il sorriso neanche mi dona granché…

" Non è soltanto una rabbia, è già pazzia
uno sfogo straziante, solitario
e in ogni strada c’è davvero un urlo
il delirio… il delirio…

È un uomo rabbioso che odia da solo
ma ormai non fa niente di male
abbaia alla luna, non morde nessuno
persino il delirio diventa una cosa normale.
"

Se l'amore è cieco…

…i padri ci vedon benissimo.

Do’h.
Ho passato il pomeriggio in paranoia.

Vallo a spiegare a mia madre che suo figlio non riesce a star seduto sul treno perché ha istinti omicidi verso un qualsiasi essere umano. Fossi passato per i portici avrei realmente soffocato qualche pecora-turista tedesco…

Mi sento zozzo. Mi sento zozzo dentro e puzzo anche un po’ fuori.

Però adesso va meglio. I 140 mi han fatto bene. Quasi mi vien da riderci sopra…

BARZELLETTA DEL GIORNO
Un tizio sta sul letto con una tizia. A un certo punto i due, come si suol fare sui letti, iniziano a pomiciare e i vestiti iniziano a diminuire…poi, entrambi a petto nudo, entra il padre della tizia. "Avete caldo?", inizia a vociare e sbatte fuori di casa il tizio.

Minchia che ridere. Do’h.
Si sapeva, le mie barze non fanno ridere. -.-"

Grazie al fato non mi son beccato pedate nel culo, ma poco c’è mancato.

E adesso come cazzo sistemo? Formatto e reinstallo? Come si formattano i genitori della propria ragazza?
Cazzarola.

Un ometto piccolo con un cuore grande.

Questa sera mi sono messo a curiosare tra i vecchi file per selezionare ed eliminarne alcuni.
Ho rinvenuto alcune poesie scritte circa 5/6 anni fa e sono rimasto piuttosto colpito da esse… Onestamente non mi sarei aspettato mai di leggere così un 13enne.

Ne cito una per darvi un’idea di che genio ero.

Radio

Riascolto
momenti perennemente nella mia mente nascosti
Riecheggiano
sussurrando respiri e lacrime malinconiche
Ciò che è stato
non è più
È notte
il corpo dorme forse
ma il cuore è sveglio
Mette alla luce il mio passato
La mente fantastica
con le luci d’un bambino
che dalle lacrime
bisbiglia un richiamo
Quale unica colpa
È aver sognato troppo.

20-10-2002 09:40

Sono a dir poco sconcertato. Lo stile poetico era pressocché astilistico o altresì unico in quanto non segue una logica precisa, ma i contenuti sono sazianti.

Cazzarola…crescendo ho perso gran parte di quel tocco d’anima che avevo dentro.

Laudate hominem.

Quest’oggi ascolta il rodere mio perché t’avrei ancora se non avessi ascoltato dio.

"Non posso pensarti figlio di Dio, ma figlio dell’uomo. Fratello anche mio."

Luglio 2009

Per raggiungere un obiettivo serve focalizzarlo.

Nasce come scommessa: riuscirò a diventare capo distrettuale entra luglio 2009? Meglio mirare alto, male che vada colpirò poco più in basso. Sette, dico SETTE punti di contatto a breve distanza l’uno dall’altro.

Progetti progetti progetti. Comunque vada la mia vita sentimentale, comunque vada la scuola, comunque vada il mio reddito…è lì che voglio arrivare.

Per raggiungere questo obiettivo dovrò far guadagnare una padellata di soldi ad altri 4 collaboratori…uhm…benvenga, mi piace essere magnanimo.

Un’altra meta che si aggiunge alla mia lista. Vi farò concorrenza, cari colleghi. prendetevi pure Milano, io mi prendo Alessandria e poi ne riparliamo =)

(ed ecco che affiora un’altra parte di me…quella imprenditoriale XD )

Non bisogna esser maliziosi.

Uhm…vediamo quanti di voi, vedendo questo video, penseranno a porcate di vario genere.

Mess with the best and die like the rest.

Dannazione, ‘sto giro a slavehack m’han tartassato ben bene…pessima giornata oggi, PESSIMA. Ubuntu che prima non riconosce la ethernet della nuova motherboard e poi non si avvia più costringendomi a tornare su windows, il mio account slavehack che ritrovo ridotto a 5GB 500Kbps e 500Mhz quando prima avevo il mio bel 80GB 100MBps e 4400Mhz. DANNAZIONE.

Me l’avevano anche detto…stay away from DDoSers.

Adesso tiro su un macello che mi sentono, cazzo se mi sentono! -.-

Un trio che niente può cambiare.

Ed eccomi a scrivere ancora di noi. Di me, di Teo, della Marija(amorevolmente Maruja) e del nostro essere uniti, delle nostre cazzate insieme, del nostro essere in qualche modo un po’ sempre gli stessi.

Amicizie come la nostra mi fanno pensare che nulla, né il tempo né la distanza, possa modificarle.

Va bene, siamo cambiati, il nostro involucro è cambiato. Marija non è più la verginella capace di scambiare fellatio per una sorta di frullato esotico, Teo non è più il santo del gruppo, quello che ti dice di non fare cazzate, ma piuttosto quello che le cazzate le fa per primo…e io…beh…io…boh. Io non sono più quello di prima, ma non so bene cosa sia cambiato.

Questi 18 mi hanno portato un sacco di cambiamenti…una vagonata di responsabilità, di firme su carta, di soldi che vanno e vengono – molto diversi dai 20€ di paghetta settimanale che avevo prima -, di orgasmi mentali dati dall’adrenalina alla guida di una macchina – una macchina VERA, non di quelle col broom broom simulato -, mi hanno portato problemi, fregature, peli sul viso, cravatta al collo e, di tanto in tanto, un po’ di sana coscienza. In sintesi, quella puzza di adulto che mi fa storcere il naso quando mi guardo allo specchio e ci vedo l’ombra un bimbo che sguazza nelle scarpe del padre, quelle che prima erano troppo grandi e adesso se le sente strette.

Oggi di cazzate ne abbiam fatte e dette tra Merano e Rovereto…ne cito giusto qualcuna.

Teo Luca Marija

Luca compra Bazar – pagina delle automobili usate –
Minchia figa questa, sentite che roba: 1.4cc 32.000 Km anno 2002 3 porte ad euro 4.800 tratt.
Luca, ma come 3 porte? La quarta gliela han rubata?

Polizia alla stazione di Trento – TANTA polizia alla stazione di Trento –
Secondo me stanno aspettando un delinquente
Ma no, aspettano una persona importante…vedrai che è o Prodi o Fini
No, adesso arriva Pavarotti
Ma Pavarotti è morto -.-
Si ma arriva in bara
Si, in bara spaziatrice -.-

Perché a Rovereto non c’è nessuno?
Perché a Rovereto funziona così, o vai ai giardini, o vai al cinema, o stai a casa e trombi
Bene, ai giardini ci siam stati, il cinema l’abbiamo visto…su Luca, portaci a trombare!

Quel pub è più brutto di quelli di Merano
Beh, è un pub ganjoso!
GANJA
Parte un ronzio e si apre un portone automatico
Figata a Rovereto, urli ganja e ti si aprono le porte!

Marija al telefono con Thomas, il suo ragazzo
Amore siamo partiti adesso da Trento
Ce l’ha la macchina? Digli di venirci a prendere dai! La macchina la macchina la macchina! Dai che sennò ci tocca farcela a piedi!!! Digli di prendere la macchina e venirci a prendere a noi dai! Pensa al futuro!!! Pensa a cosa penserebbero i tuoi figli un giorno se io raccontassi loro che il loro padre non è venuto a prenderci in una notte buia e tempestosa[…]
Marija – scazzata – allontana il cellulare dall’orecchio e si rivolge a Luca
La macchina l’ha distrutta
Ma digli che ne rubi una no? O magari che se la faccia presta…! DAI amore vieni a prendermi in qualche modo? Dai che sono incinta e sto partorendo in treno! Pensa a tuo figlio!!!
Digli di venirci a prendere dai! La macchina la macchina la macchina![…]
Teo intanto continua a farsi i cazzi suoi

Vedi Marija, devi capire che io sono un coglione, Luca anche e tu adesso sei in mezzo a noi, cosa sei?
No, io non sono un cazzo
Ma si, io sono un coglione e lui anche, quindi tu se stai in mezzo sei per forza di cose un cazzo
Però allora sono un cazzo lungo, sono altra 1.65…
Alla faccia…165 cm di cazzo!
Senza dubbio testa di cazzo lo è

Una tipa si sta avviando verso la porta per scendere dal treno
Scusi signora, la pensa anche lei così
Come "SIGNORA"?
Beh si, avrà 40 anni…
COME SCUSA?
…40 anni…
COME???
No, beh…magari 20…scusi…è universitaria, giusto?
La tipa, incazzosa, esce
Arriviamo alla stazione, la tipa scende. Luca tira la tenda blu per non farsi vedere, da fuori la tipa saluta sorridendo
Che figura di merda…ma cazzo fa, saluta? o.O

Tutti e tre si affacciano fuori dal finestrino alla stazione di Mezzocorona. Il treno parte…due persone stanno raggiungendo il sottopassaggio
ADDIO ADDIO
CIAOOOOOOOOO
CIAOOOOOOOOOOO
MI RACCOMANDO, DAI DA MANGIARE AI BAMBINIIIIIII
o.O
O.O I bambini???
…era per dire… .-.

Prossimamente altre puntate…

Sto bene.

These Hands by cleverness

Orgoglio orgoglio orgoglio!

Il portachiaviSi, cazzo, SI! Ho il portachiavi, ho ricevuto in premio il portachiavi. Solo chi dimostra fedeltà e impegno nella prima settimana riceve il portachiavi, solo chi porta risultati nella prima settimana.

Io ho ricevuto il portachiavi.

Soddisfazioni, una dopo l’altra, sembra mi rincorrano vociando "Hey, sono in ritardo, ma sono tua…spetto a te, prendimi e sii soddisfatto".

Dall’altro lato attendo con il sorriso l’inculata, che arriverà da qualche parte, altrimenti non è "normale".

Cazzo, allungo la mano e prendo amore, responsabilità, impegni e impegno, nuove speranze che mi colmano, che riempiono un buco, non una voragine, un buco…quel buco che io stesso ho aperto, una fossa che scavai dietro di me a colpi di rinunce.
La fierezza si fa spazio tra errori e fallimenti, i miei errori e fallimenti.

E in risposta a un certo tizio che dice di poter sollevare 100 Kg per attrarre a se il principale dei miei pensieri, beh, la mia CPU 100 processi li gestisce senza troppi problemi, ma non è con quella che cerco la Sua mano affinché mi conduca dove pochi – forse addirittura solo lei – possono.

Aspetto, mi bastano una sedia ed un buon libro.

Ancora due giorni…sembra così tanto…eppure sono due giorni.

E a te che leggi, sia tu uno stronzo qualunque o una di quelle poche persone che stimo o che meriterebbero la mia stima, auguro davvero di poter anche solo immaginare cosa mi sento dentro. Ti auguro di poter provare questo senso di pienezza, di beatitudine, perché non capita a tutti e forse a nessuno – testimonianza questa della nostra unicità -.

8 settembre.

Io sono stufo di questa italia, e tu?

Forse possiamo ancora cambiare le cose…forse non è troppo tardi, forse ce la facciamo. Ripristiniamo l’Italia, facciamole avere la "I" maiuscola.

Sarà solo un piccolo passo, ma è proprio a piccoli passi che s’impara a camminare, no?

Il nodo della cravatta

Sono passati tanti anni da quando mi insegnò certe cose.

Prendi la cravatta, appoggiatela sulle spalle, gira la parte più grossa intorno alla parte più piccola e poi passala dietro. Infilala nel giro fatto prima ed eccola lì, pronta, se hai avuto fortuna.

Della giacca allaccia solo i primi due bottoni, il terzo si lascia aperto.

Non importa se sarai spazzino o impresario, mostrati sempre come un principe e tratta le donne come principesse.
Sii devoto a una sola regina ed essa ti trasformerà in un re.
Siedi composto, mastica a bocca chiusa e impugna il coltello "a penna".
Prima di bere asciugati le labbra con un tovagliolo, così non sporcherai il bicchiere.
L’acqua va bevuta prima del caffè. Serve a sciacquare la bocca e gustare meglio il gusto.

Educazione, educazione ferrea, militare.
Chissà quante ne ho dimenticate di regole…colpa tua che non me le hai ripetute. Colpa mia che non ti ascoltavo come avrei dovuto.

Giacca, pantaloni, camicia(da stirare), cravatta. E le scarpe? Dannazione, le scarpe?

Diventare grandi è orrendo…soprattutto se si cerca di farlo da soli.