Diversamente fragile.
Non è questa la via che sognavo da bambino.
Non è questa la via che sognavo da bambino.
Sono fermamente convinto di avere amici assurdi, con modi assurdi per farmi riprendere, comunque apprezzabili.
Da quando è avvenuto il patatrack definitivo mi è stato proposto di andare a puttane(offerte gratuitamente da chi ha proposto), spaccarmi il collo su uno snowboard, andare in discoteca a seccarmi e buttarmi sulla prima che riesco a definire come appartenente al genere femminile, fare un interrail, prendere un cane(la più spettacolare).
Non farò nessuna di queste cose, ma almeno non mi hanno abbandonato a frignare e deprimermi in una stanza buia.
Oggi sto bene, sto seriamente pensando che stare da solo e pensare un po’ a me sia una cosa che non faccio da tanto tempo. Partirò tra due settimane…e vorrei fosse oggi.
Questa storia mi mette nervoso. Non dovrebbe essere così, dovrei starci male o fottermene, invece mi incazzo.
So che è sbagliato, so che è fuori luogo e sbagliato, ma mi incazzo lo stesso.
Non trovo giustificazioni, non trovo un senso a questa storia. So che quel che hanno fatto è quel che si poteva fare, nonostante poi su internet siano presenti pdf dell'u.s.l. di Pescara, giusto per sparar fuori un esempio escludendo i locali, che sembra facciano lo schemetto di quel che va fatto e questo mi fa pensare a come l'azienda sanitaria italiana sia preparata. Che poi magari lo sanno a memoria, eh…
Mi incazzo perché vedo persone fare affidamento alla chiesa, invocare Dio, piuttosto che cercare altri medici, altre cure, altre soluzioni. Che poi non esistono, probabilmente, ma cazzo, almeno ci ho provato!
Reagisco così solo perché so come va a finire quando ti affidi a Dio, perché l'ho provato sulla mia pelle dove finiscono le persone quando chiedi aiuto a Dio.
E si, sono un idiota. In questo momento, per di più, totalmente fuori luogo.
I guess i'll never understand the sense of your living, sense of staying between hope and holy, waiting for something to happen, stand in wait while everything around you goes by, is changing. No, i truly can't understand.
That's all i can take. That's fooling the fool.
Eyes open on closed doors.
Oggi(ieri in verità) ho smerdato un analista informatico. Forte delle sue spalle è venuto da me con la presunzione di dire che la sua chiavetta Onda MT835UP non è compatibile con Windows Vista. Ci ho messo 40 minuti, ma gli ho dimostrato che aveva torto, mettendoci anche una bella scommessa in mezzo. Vittoria portata a casa…l'ho subito detto alla mia Frah.
Mia Frah. Le piacerebbe se la chiamassi così.
L'ho chiamata ad impresa appena compiuta e ho subito condiviso il mio orgoglio, ma vista la reazione grama ho preferito ripetere a voce arrivato a casa…beh…non che abbia poi così funzionato.
La nostra relazione è un po' come quel laptop, ha un bel casino nel registro.
Quando vai a mettere mano nel registro è come se operassi con un bisturi dalla lama a doppio taglio(frase che uso ben volentieri in questi casi, intende bene quel che vuole intendere e mi ricorda Rommel, un amico di rete col quale avevo spesso a che fare in tempi informaticamente più gloriosi).
Non sai mai bene quel che vai a combinare modificando un valore e se usi uno di quei registry cleaner warez che google ti propone finisce sempre male.
Certi casini vanno sistemati a mano: o la va o la spacca.
Sarà che nella nostra storia i casini non li risolviamo. Non è come con un pc… Lei parla Jobs e io parlo Torwalds, ce la intendiamo, ma funzioniamo in modi diametralmente opposti nonostante la base sia unix.
L'esempio calza bene, non siamo soggetti a virus. Ci vedo bene, è solo una fase transitoria. Perennemente transitoria, ma, insomma, fanculo. Un sistema perfetto non esiste e esistesse non sarebbe interessante.
Che poi, interessante…questo è un altro punto su cui potrei dilungarmi e tanto. Il vecchio me s'improvvisava D'Annunzio senza neanche sapere chi Gabriele D'Annunzio fosse. Cercavo il BELLO e mi dannavo perché non ero in grado di trovarlo. Mi perseguitava l'assenza di presente, ma nel soffrirci ne godevo, ero diverso.
Poi ho smesso, senza rendermene conto mi sono fatto digerire dal sistema e a tratti io stesso ho digerito il sistema. L'ho mandato giù, un po' perché ero stanco di tirare pugni al vuoto, un po' perché avevo bisogno di essere guidato.
Così ho smesso di guidare e ho cercato una guida.
Se non sapessi che ogni tanto su questo blog lei ci butta l'occhio azzarderei col dire che una guida l'ho anche trovata. Giovane e inesperta, senza dubbio incapace di portare tutto il peso, però seppur sbilanciandoci andiamo avanti, un po' lei un po' io.
Giochiamo a fare gli adulti, quale sarà mai la fine del gioco? Prima o poi arriverà qualcuno a dirci che stiamo sbagliando i turni. Forse.
Frega un cazzo, tanto l'ho già fatto il danno.
Ci viene bene talvolta.
James Bond dei poveri. Ma che razza di culo ho avuto?! 😛
Yeah! A ivello hardware problemi non ne ha proprio.
[cit. Baltasar Graciá]
Non abbiatemene a male, sono una persona fortunata, nel mio piccolo. Ho una ragazza bellissima che si prende cura di me più come fossi un figlio che un amante, ho un nuovo paio di scarpe – e, si sa, percorrere una strada con delle scarpe nuove la fa sentire ancor più nuova -, ho amici che ogni tanto si, ogni tanto no…ho una nuova casa in affitto, il nostro nido, i nostri 70mq di si litiga ma poi si fa sempre pace, di pasta all'aglio e olio, camicie stirate e letto enorme. Quadri. Calendario. E un orologio al polso, così non sembro più uno scemo quando mi guardo il polso se parlo di tempo mentre sono al cellulare.
Sono un po' donna in questo. Mi sento donna perché so che di per se una donna deve accontentarsi. Non esiste un modo giusto per una donna, niente che possa andare bene, se non abbastanza. Nulla di degno, nel caso di una Donna.
Nel mio caso, invece, sono io a non sentirmi degno. Ho Flora, ma manca qualcosa alla mia insalata. Non ho olio, non ho sale.
Mi manca il mio lavoro.
Pensavo che tornare a studiare mi avrebbe coinvolto allo stesso modo e così è stato, in apparenza. La verità, però, è che in quelle 6 ore serali io sono al lavoro, nella mia testa. Ma cazzo, non è così!
Non voglio, non posso, non riesco a rallentare. Non mi basta. Non sono tipo da aspettare quel che arriva, i miei soldi mi piace guadagnarli. Altrimenti che miei sono?
Continuo a trovare qualcosa di stretto. Sarà il periodo. Sarà la menopausa psicologica. Sarà…fatto sta che sono io il mio problema. Se in casa non ci fossi io, tutto filerebbe meglio. Quello lì continua a starmi proprio sulle palle. Dorme con la mia donna, mangia nel mio piatto, si mette i miei vestiti, usa il mio spazzolino, si rade col mio rasoio, parla con la mia bocca e si riflette nella mia immagine.
Non lo sopporto.
Eppure sono l'unico che può salvarlo.
Io. Che modo buffo per esprimere se stessi. Io. Guardo queste due lettere e quasi mi viene da ridere.
Follia.
Corridoio
Camera da letto
Ed ho la wireless gratis e un letto enorme. Alla faccia vostra. Tsk.
Casa nuova, vita nuova.
C'è la wireless, ripeto, gratuita! FUCK YEAH!!!
FUCK YEAH!!!
La laaa là, la la là laaa là laaa…
"E voi bimbe sognatrici della vita delle attrici,
attenzione da me state alla lontana:
non mi piace esser per bene, far la faccia che conviene
poi alla fine sono sempre senza grana…
[…]
Non mi piaccion l'avvocato, il borghese, l'arrivato,
odio il bravo e onesto padre di famiglia
quasi sempre preoccupato di vedermi sistemato
se mi metto a far l'amore con sua figlia…
Sono un tipo antisociale, non ho voglia di far niente,
sulle scatole mi sta tutta la gente.
In un'isola deserta voglio andare ad abitare
e nessuno mi potrà più disturbare
e nessuno mi potrà più disturbare
e nessuno mi potrà più disturbare…
[…]
Amo oltremodo parlare male, fare il maiale con le ragazze,
la Pasqua vado in confessionale e tutte quante per me vanno pazze
perchè fra i "bene" poi non conta l'astinenza, basta ci sia soltanto l'apparenza la lalalala…lalalala"
Quella che vi faccio ascoltare è una canzone che un mio grande amico, un fratello, ha dedicato su facebook a me e agli altri che insieme a noi hanno fatto sì che un momento decisamente "no" della nostra vita sembrasse più normale.
Eravamo gli emarginati, eravamo i diversi. Fu un anno e mezzo per me, molti più per altri. Periodo di cui non mi piace parlare.
Avrei fatto cazzate in quel periodo se non ci fossero stati loro con me, nuotare insieme nella merda ci ha aiutato a stare a galla. E uscirne.
I problemi di oggi sono così piccoli al confronto…
Eravamo come i bimbi sperduti, quelli veri però. Io un po’ Peter Pan lo sono ancora.
In 48 ore:
Non so cosa farò domani, ma so che cambierà tutto. Io voglio cambiare tutto.
Sono nudo senza la mia borsa, senza le mie trattative, senza i contratti già firmati. 1500€ pronti per la consegna, persi. Ho tentato di richiamare i clienti, ma entrambi mi hanno mandato a pascolare, anzi, sono furibondi perché i loro documenti sono nelle mani del crimine, adesso.
Ma la polizia ha la soluzione, eccome! Adesso, dopo che altre vittime prima e dopo di me hanno subito dei furti in quella via, stesso metodo, hanno deciso di mettere una pattuglia fissa a viglilare la stessa, sicuri che così li prenderanno.
Certo che li prenderanno, perché è chiaro che un ladro, per quanto inesperto possa essere, agirà comunque senza notare la macchinina bianco-blu della polizia.
Perché i ladri non sono minimo in due, uno dei quali sicuramente a fare da palo e controllare che l'altro possa aglire indisturbato.
No, chiaro, li prenderanno.
E pensare che le barzellette le fanno sempre sui carabinieri.
Fanculo.
La vera domanda non è dove sarò domani, che lavoro farò, se ce la farò.
La mia ossessione è chi sarò domani.
“Ho bisogno di un Delirio che sia ancora più forte, ma abbia un senso di vita e non di morte.”
La prendo come viene, più male non può fare.
Questa settimana ho pianto. Cioè…per quel che si può definire un pianto a modo mio, nella concezione di pianto che gli altri interpretano male, ridotta alla lacrima che è sfuggita al mio controllo.
Mi è scesa una lacrima vera. Quanto basta per bagnare il labbro con quel tanto di salato e pastoso che si trascina dietro.
Ho avuto un momento di debolezza e subito dopo ero così eccitato, che ho voluto far ascoltare subito quella canzone, quella che mi ha fatto commuovere, alle persone che mi sono capitate a tiro.
"Amico Mio" di Roberto Vecchioni.
Cito.
"Amico mio,
tu volerai sopra una nave a vela,
ti accenderai come una stella a sera,
e sarai sempre tu, il tuo viso
e la tua voce
e di lassù mi indicherai col dito,
dicendo a tutti ‘quello, è il mio amico‘
e quando tutti mi vedranno allora
sarai felice. "
Ho ripensato a lui, a come fu orgoglioso per poco e alle sue più numerose delusioni quando a me sembrò tanto.
Ho pensato che, se devo farcela, è anche per lui. Ho pensato anche che ultimamente non ho pensato a lui.
Che per quanto sia lontano, o non sia proprio, con lui ho un grosso debito. Da sempre.
Continuo ad avere delle ossessioni, ultimamente anche durante il giorno.
Ho fatto anche un sogno. Lasciavo tutto e tutti per scappare in un’altra città, a prendermi una vita che non è mia.
Al di là del lavoro, al di là dei fallimenti.
Sarà colpa dello specchio che continua a riflettermi davanti qualcuno che non sono più io. Qualcuno che mi fece delle promesse, ma non le mantenne. Lui mi portò a cambiare, lui mi portò a diventare quel che sono.
Mi ha giurato sulla sua vita che quella vita sarebbe stata mia, ma non è stato di parola, o quantomeno per saldare il suo debito si prende del tempo che non ho.
Lui che viene accusato perché è amato dalla gente, nonostante me.
Sarà che riposo ancora in questo interminabile stand-by, mentre dietro la pellicola scorre e proietta un film che non è il mio.
La Luna ha un culo bellissimo, ma nessuno glielo vede.