Provo un fastidio tangente per la superficialità, la gente che non si sa adattare, il terrorismo che di terrore ha solo il nome, le promesse non mantenute, la scuola e le istituzioni in genere, la distanza, l’aver paura, le persone false, l’essere illuso, le “bionde” che credon con l’eros di poter governare e sono governate, le persone che continuano a ripetermi che devo crescere, la cattiveria gratuita e non scherzata, il razzismo(siamo tutti diversi, è proprio questo il bello), le guerre, i soldi(specialmente quando sono pochi), le ore senza fumare e dopo aver comprato il pacchetto scoprire di non aver l’accendino, dover crescere, le musichette idiote che mettono in giro a natale, il natale e le festività imposte, le persone che sono felici se altre stanno male, i “meno fortunati” che pretendono un po’ del tuo denaro solo perché ne hai un briciolo più di loro quando ci sono quelli veramente ricchi che se ne sbattono, le “madri” che abbandonano i loro figli e dopo anni si mettono a cercarli e ancor più quelle che non lo fanno o il figlio ce l’hanno in casa e non se ne curano, le persone che si lamentano di come va questo mondo ma che poi non fanno nulla per migliorarlo, la finanziaria che elimina i debiti dello Stato ma genera quelli del popolo e lo Stato che è nulla senza il popolo e non lo ricorda, tutte le domande alle quali non trovo risposte ma anche le risposte che mi si impongono alle domande, le volte che per errore accendo la sigaretta al contrario, i luoghi per lobotomie, fare sogni meravigliosi dove veramente sembra che non sia tardi e che qualcosa si possa ancora fare e poi risvegliarmi nel solito letto dove tutto ciò che avevo sognato è e rimane un desiderio statico, il fatto che comunque sia sono sempre io a rovinare tutto, il fatto d’aver lasciato svanire mille possibili futuri senza aver avuto il tempo di capire cosa stavo facendo, la brevità della vita, il tempo, i tradimenti anche solo ipotizzati, la chiesa e le religioni invasive, chi mi limita e i miei limiti, me stesso e le personalità multiple che ogni giorno combatto. Stare male, non avere controllo, non sapere che fare.
Amo sentire la pelle della donna che amo sulla mia, l’odore inebriante dei profumi che prendono spazio nella mente più che nel naso – quelli che non dimentico -, dire ciò che penso anche se va contro ogni logica apparente, il silenzio sostituto di mille parole non pronunciate dalla bocca, aggiungere vita ai miei giorni invece che giorni alla mia vita – come R. Levi Montalcini insegna -, sentire accanto a me persone amiche e provare reciproca fiducia incondizionata, l’informatica e tutte le nerdate che ad essa si possono collegare, la Toscana, il buon cibo, passare notti sveglio a fissare il vuoto e riflettere con in mano una sigaretta, le mie Lucky Strike che ancora non mi uccidono, i cervelli che funzionano, le discussioni filosofiche -particolarmente quelle dove sono io a lasciare gli altri ascoltare incuriositi -, la Luna un po’ mamma un po’ amante, fare l’amore più e più volte, i baci dati con intensità e passione, le carezze sulla schiena, passarle le dita tra i capelli(e qui mi salta sempre fuori un pezzo del musical de “Notre Dame de Paris”, volesse il diavolo la vita passerei con le mie dita tra i capelli di Esmeralda), recitare(sul palco però, il resto è una malattia che non riesco a tolgiere di dosso), ricordare chi mi è stato vicino e non lo è più anche se continua a fare male…
…Acse, la mia compagna fedele. Anima di centinaia di ricordi, sempre al mio fianco, sempre presente.
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