Le preposizioni non le ricordo, né mai le ho sapute elencare.
C’è la frenesia di un gesto o una parola incauti, pronunciata male per qualsivoglia ragione o senza neppure l’accenno di un senso, che separa quella che può essere una giornata fantastica dalla solita routine spaccacoglioni e ingarbuglia testa.
Da un po’ di lune il mio egoismo è decentrato dall’inadeguatezza del mio non ricordarmi di pensare agli altri, al punto che non faccio altro che pensare. Agli altri. Agli altri nei miei riguardi, s’intende.
Penso e non sono capace di arrivare ad alcun punto. Penso senza farne parola alcuna.
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