L’ho fatta, ne ho combinata un’altra. Una dopo l’altra.
Sono cose che farei, io? No. Non quell’io che io conosco e di cui posso vantare qualche pregio. L’etica, almeno.(parola che mi piace tanto, che ha quel suono che mi ricorda della prof. Valentini, quella che era convinta io fossi speciale, non diverso. Dis-charis.)
Sono a buon punto, restart ex-novo. Perché per riparare una partizione danneggiata, la si formatta.
Non fatemelo suonare come un addio, però, perché non è questo che voglio. Io tornerò, quando sarò più maturo. Torno sempre, alla fine.
Tornerò e raccoglierò quel che troverò sulla mia strada. Ricordi, per lo più.
Darò da mangiare al cane che avrà atteso il mio ritorno seguendo i miei percorsi.
Ucciderò la bestia che mi pulsa nel sangue.
Concedimi di essere dimenticato, perché quel che più ti spaventa, alle volte, è quanto più fortemente desideri.
Da solo posso trovare la mia strada e percorrerla verso i miei obiettivi.
Da solo. Perché chi parte da solo può partire quando vuole, non deve aspettare che altri siano pronti. Non deve neanche per forza aspettare di essere pronto egli stesso.
Sono ragazzate, suvvia. Tutte uguali, si sa. Ci si riderà sopra, suvvia.
È mentre le vivi, però, che fanno male.
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