Geppetto guarda pinocchio, giusto poco prima di farli a lui, gli occhi.
“Che poi, diciamolo, il teatro eravamo noi. Noi due e Marcolino.”
“Ti facevo tipo da discoteca”, dice Lorenzo. Io. Da discoteca, io.
Ma io, onestamente, che cazzo di immagine trasmetto là fuori?
“Mi piacerebbe tornare a fare teatro”, “Garberebbe anche a me” le rispondo.
A far crollare tette sganciando il reggiseno durante le prove generali della scena sulla passione, in quel Gajgin dei peccati capitali.
“Torneresti lo stesso di prima”, dice lei.
Lo stesso di prima. Come se fosse in grado lei di tornare la stessa di prima.
Lo stesso di prima. A tornarci, lo stesso di prima, quello che sembra sempre meglio.
Quello di prima, se non altro, non ha mai gradito le discoteche, né mai le accetterà di buon grado. Almeno questo, Cristo, concedetemelo.
La convinsi a guardare il Pinocchio di Ceccherini, la mi s’addormentò.
E se un lo fo, icché son venuo a fare? Via, lo fo. Lo fo.
Sempre al centro dell’attenzione. Eccessivo. Questo è uno dei miei mali, di quelli che fatichi a staccare di dosso. Spiegatelo a quello che non invitavano alle feste, come farsi notare. Che non lo chiamavano a giocare a calcio e a tifar Juventus, tanto che ci si domandava perché diamine fosse così diversa dall’Udinese eppure dello stesso colore.
Che le figurine le faceva a mucchio, intanto che altri ne avevan da riempire due album.
Dategli qualcosa da fare, finisce prima degli altri, diceva sua madre. Così giustificava il mio egocentrismo.
Volevo solo mi notaste. Non mi andava di essere uno, volevo essere. Non mi va di essere uno, voglio essere il.
Disturbo istrionico di personalità, disse una. Psicologia spicciola, giusto per parlare a cazzo. Ché tanto prima o poi qualcuno ci crede.
Finora l’unico psicologo che mi esaminò i pensieri è colui che finì col trovarsi esaminati i propri. Uno bravo, nonostante tutto.
1 Comment
piccolelisewin
grazie……
un bacio.
i sogni a volte devono restare solo sogni….
16 May
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