Ciao Luca,
Ti sto facendo fare un bel po’ di gaffe ultimamente. Ad avere le redini, le mani al volante, si riesce a spingere avanti tutto, ma la direzione non è sempre detto sia quella giusta. È che ti eri messo in testa una valanga di intenzioni che io non mi sento pronto di portare a compimento.
Sarà che forse ti avevo gonfiato un po’.
La realtà è malleabile, Luca, questo lo andiamo predicando da tempo. Tutto è quel che tu vuoi vedere. Come lo vedono gli altri, se lo vedono, è diverso da come lo guardi tu, ma è giusto così, altrimenti guarderemmo nella stessa direzione tutti e la nostra unicità andrebbe a farsi fottere. Se a guardare nella stessa direzione siete in due, non significa che stiate percorrendo la stessa strada, magari è solo un caso, qualcosa di momentaneo.
Saremo soli, Luca, saremo sempre io e te, anche quando abbiamo accanto altre persone siamo soli. Siamo io e te.
Può sembrare negativo, un modo di parlare stupido, ma veramente, nulla è importante. Come può contare se nemmeno esiste?
Avevamo iniziato a parlare. Ti ho confuso, ti ho reso più vulnerabile. Adesso ti scrivo.
Potrai tentare di liberarti di me, di uscire da qui e vivere là fuori, ma non riuscirai a eliminarmi. Sono la voce che ti ronza dentro, sono lucida, sono verità, sono schietta nel piazzarti di fronte la realtà come è, diversa da quella in cui finiresti col poltrire.
Non sei destinato ad essere. Non sei. Non sarai mai.
Siamo occhi, Luca, siamo circuiti chiusi. Osserviamo, giudichiamo, siamo esterni.
Passeremo il nostro tempo ad aspettare la fine, perché è quello che fanno tutti. La differenza è che non se ne curano, credono non arrivi mai.
Quanto manca? Dove stiamo andando?
Voglio la spada. Non mi piace quella di plastica nera, prestami la spada vera. Che Zorro potrò mai essere con una spada nera di plastica?
2 Comments
Eteronima
Questo post ha qualcosa di geniale.
16 May
phaberest
O di profondamente malato. Leggerlo allo specchio mi spaventerebbe, forse...
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