L’attesa del piacere è essa stessa piacere, porca paletta se è vero. Però è anche vero che le cose lasciate a metà sono quelle di cui più percepisci l’assenza, parole mie.
Oggi mi sento bene. Ieri anche. Anche l’altro ieri, a esser sinceri.
Bene di quel benino che ti fa stare meglio, dopo che per parecchio sei stato al massimo così così.
Un benino un po’ egoistico da un lato e masochistico dall’altro. Forse avrei potuto stare benissimo, magari addirittura meravigliosamente bene, adesso.
Ci sono persone che ti marchiano e altre che sono solo di passaggio, delle comparse, ma questa è cosa già detta, è un pensiero che ripeto da tempo.
Il problema è quando non sai chi hai di fronte, di quelle persone che ti marchiano, ma non sai se resteranno lì o se saranno solo di passaggio. Un po’ come sono io, che cerco di marchiare chiunque io incontri e ritenga degno di nota, ma poi finisco sempre con lo sparire.
Una persona un po’ come me, in un certo verso. Che mi ritiene, però, più simile ad altro, in un altro verso.
Me la vivo un po’ così.
Che tanto diversamente non riesco a fare.
Giulia mi raccontò che se pianti i paletti, anche quando li togli poi i buchi restano. Per coprirli ce ne vorrà di tempo, più che altro dipende da quanti paletti avevi piantato nel campo.
E finché ci saranno buchi, quel campo renderà meno e sarà più complicato coltivarlo.
Non basta sfilare il nero di dosso, però almeno il paletto lo si toglie. Piano piano, uno per volta.
Mi piace quello che vedo nel mio specchio.
2 Comments
Alice
“E siccome niente svanisce nel nulla, forse anche tu porterai in giro qualcosa di me, forse un sorriso che invaderà il tuo volto senza motivo.”
— L. Ventriglia
20 Mar
Davide
anche se il pensiero di Giulia non è niente male, io qualche paletto di emergenza lo pianterei lo stesso…
20 Mar
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