Eutanasia subliminale.
C’è un limite che s’impone tra la soglia e il traguardo.
Credo riuscirei a vivere sereno se d’intorno si componesse il vuoto, un sonno totale, liberatorio. Per qualche anno, almeno, poi chi lo sa…
Mi sta passando la voglia. O meglio, sono arrivato a un punto di non ritorno. Sono un comune. Una di quelle forme di vivere che ho da sempre sdegnato.
Un lamento perpetuo, un fallimento continuo. Un nulla con le gambe.
Se è vero che con l’eutanasia si muore, è probabilmente di eutanasia che soffre il mio io. Sono morto.
Lo ero già, ho scelto di smettere di vivere quando ho iniziato a non vivere in modo lineare, a non vivere la mia vita.
Mi sono costruito addosso un personaggio dai colori fragili e sono sbiadito. Sono un bianco e nero che fatica a cambiare diapositiva.
E pensare che la chiamano vita.