Natale.
…e intanto gli altri ridono, e intanto son felici.
Io guardo la piccola Andrea e ripenso a Babbo natale.
Detesto il natale.
…e intanto gli altri ridono, e intanto son felici.
Io guardo la piccola Andrea e ripenso a Babbo natale.
Detesto il natale.
Esco per andare a prender la macchina, la mia auto, la mia brutta fuori ma bella dentro.
In città c’è movimento. La gente, sulla via delle passeggiate meranesi, si accalca addosso ai mercatini di natale come lo Stato addosso ai portafogli e tutti sembrano felici, tutti a dire "Ma quanto è bella Merano". Tutti tranne chi a Merano ci vive, ovviamente.
È incredibile quanta foga ci mettano nell’ordinare un vin brulé, nel chiedere il prezzo di quell’orrenda gonna tirolese, nello spingersi l’uno contro l’altro sfruttando fino all’ultimo millimetro di spazio per godere dela calore dei lampioni a gas…però nel camminare no. Mentre camminano sono tante pecore, così lente che danno l’idea che la flemma napoletana si sia nettamente spostata a nord. Per non parlare di come sia complicato trovare un buco di fuga per superare quelle muraglie in processione…
Tutto per il natale. Tutto. La musica in sottofondo(orrenda), le decorazioni lungo le strade, il cotone nelle vetrine per dar l’immagine di una neve che non si fa vedere ormai da anni se non per qualche solitario giorno, i santa Klaus, i cioccolatini, lo strudel di cui i tirolesi – come i tedeschi in generale – si fan tanto vanto(senza sapere, però, che questo dolce nacque in Turchia)…
Il natale è una delle cose che più mi fa innervosire. Rovina la mia quiete, infastidisce i miei sensi, disturba i miei spazi.
Natale è puro consumismo. Fai un regalo perché è natale, devi. Così i prezzi salgono, così la gente spende…
Bah.
Però una cosa buona del natale la riconosco: la cena della vigilia.
Mia madre cucina poche volte, solitamente si limita a un piatto di pasta o tutt’al più a un pezzo di carne, ma in occasioni di questo tipo sforna le sue abilità.
Non per nulla lo stracotto è già nel freezer. Poi sarà seguito da una buona dose di polenta e magari lenticchie e cotechino, e…aaah…già mi vien l’acquolina al pensiero.
Non che mi piaccia l’ìdea della tavola riunita…no, a me interessa mangiare, però quando mangiare è mangiare bene, chi può mai tirarsi indietro? Io no senz’altro.
Peccato solo ci sia del religioso in mezzo. Effettivamente mi scoccia. Beh, che ci vuoi fare…è natale. -.-
aliCe è incazzata. Strane le donne quando ci si mettono…mi vorrebbe lì il 22, 23 o giù di lì… Non che non ci voglia andare – fosse per me andrei tutti i giorni – ma…non so…non è il momento.
Sarà che non ho ancora parlato con suo padre.
Strana sensazione.
Dunque, è un periodo che va…non va da favola, ma va. Ho una Punto sotto il culo, ma non sono ancora scappato – e non è per la benza, intendiamoci -, ho una ragazza che tutto sommato mi fa sentire realizzato anche se il nostro rapporto è un po’ un orologio a ricarica con ticchettio mensile, ho un lavoro che non produce più una beata pippa, ma il rapporto creatosi con i colleghi non è male – nonostante chi non si è ancora messa in testa la differenza tra lavoro e cazzeggio -, ho un altro impiego alle porte, ho scoperto d’avere una famiglia numerosa e con alcuni elementi – femminili, si sottintende – tutt’altro che passabili, ho una zia neo-matrimoniata e una sorta di neo-zio che ancora non si rende conto della cazzata che ha fatto, eppure…uhm…
Eppure boh.
Eppure non sono poi così soddisfatto…voglio dire…mi manca qualcosa? Boh.
La verità è che mentre un po’ tutto tende allo stabile, io cerco di dileguarmi verso qualcosa di disordinato.
A farla breve è un po’ come se tutti si vestissero di bianco, e a me il bianco non dona proprio.
Poi me ne sto un po’ per i cazzi miei. Vado al parcheggio, lì alla scuola, dove verso tarda ora non c’è anima né cane(un po’ come per tutta Merano d’altro canto) e penso. A cosa? A nulla. Penso.
Sapete…ci sono momenti in cui è giusto starsene per i cazzi propri. Un po’ come, quando si dorme, di decide più o meno da soli cosa sognare, è giusto che quando si è soli, di decida da soli a cosa pensare.
Nessuno ha mai rotto le scatole a qualcuno se questi dormiva senza sognare. Eppure dormiva.
Il punto è che mi sento un po’ troppo al centro dell’attenzione ultimamente.
Mi piace farmi notare, ma devo essere io a volerlo, così che altri possano scegliere di ignorarmi quando esagero. Se sono loro a iniziare, non c’è gusto.
E poi che due maroni ‘ste feste…son proprio tutti buoni a spendere e spandere quando ce n’è l’occasione, ma quando, però, parli loro di risparmio in previsione del futuro…allora sì che si piangono addosso perché non arrivano a fine mese. Eh si…i soldi in cazzate si spendono, ma poi se…va beh…lavoro. Do’h.
Ah, giusto, il blog lo ho riaperto. Nuovo indirizzo, nuova casa…stessi post e stesso imbecille che scrive. Puzza un po’ di vecchio e familiare, ma almeno adesso lo sento di nuovo mio. Mio mio MIO!
Col cazzo che gli ricambio nome se si ripresenta una situazione come quella passata. A quel punto chiudo e mi compro un diario.
Adesso basta, velà, ho già sparato abbastanza boiate.