aside 22/06 2007

    Sogno

    Un lago…sono seduto alla sua riva fumando una sigaretta.

    Guardo lontano, verso l’altra sponda del lago, e vedo qualcosa nell’acqua.
    Un pianto flebile implora aiuto.

    Mi avvicino, camminando nell’acqua, a questa cosa bianca. Vedo una ragazza, sdraiata su di una specie di zattera…

    Non ricordo se fosse vestita o nuda, riesco solo a ricordare che con le mani tentavo di tenere unito il suo corpo, diviso alla gola e alla vita da due tagli netti.

    Trascino quella specie di imbarcazione fino alla riva de lago e, non so come, riesco a mettere in piedi e far camminare la ragazza, stando sempre attento che i suoi pezzi non si separino mai del tutto.

    La porto a casa mia, le offro cibo e acqua. Ha un modo candido di ringraziare…non pretende la vita, non teme la morte, ma mi è grata poiché tento di salvarla.

    Non ricordo cosa avvenne dopo…

    Ricordo poi che la baciai e facemmo l’amore. Come? Non ne ho idea…

    Tutt’un tratto mi trovo in una stanza, un’aula scolastica. La ragazza è il dolce, impacchettato, che ho posato sulla cattedra, un dolce diviso in tre parti.

    Termina la lezione e perdo di vista il fagotto.

    Poi lo ritrovo. Sono nel bagno di questa sorta di scuola… Qualcuno ha deflorato il dolce.
    Ne hanno confuso le parti, non riesco più a distinguere quale fosse la testa, quale il torso, quale le gambe.
    Ho di fronte una scatola piena di pezzi di dolce, tutti perfettamente combacianti…una scatola assisa su più livelli.
    Non riesco a ricomporre la principessa…non riesco neppure a udirne ancora il lamento.

    aside 21/06 2007

    Un volo senza precauzioni

    «Hai fame?»
    «No.»
    «Dai, ti preparo qualcosa…»
    «No. Non voglio…»
    «Hai vomitato di nuovo, vero?»
    «…»
    «Hai gli occhi gonfi…Stupida. Non capisci che fai male anche a noi?»

    “Volersi male
    è un incubo osceno
    è l’urlo finale

    il barrito di un treno

    che sciabola come

    la falce nel fieno

    anche noi

    lo so

    e a tutto questo dico no”

    Scrivo a te, indifesa amica mia.
    Ti scrivo stanotte e, giuro, avrei voglia di sbraitare da quanto sono incazzato con te…

    Non posso, il coprifuoco me lo impedisce.

    Non fraintendermi, un po’ ti capisco…poco, però ti capisco. Quel che mi domando è che significato possa avere nuocere a te stessa, aggiungere dolore al dolore.
    Versi benzina sul fuoco.

    Era partito tutto un po’ come un viaggio in aereo. Il tuo primo viaggio in aereo.

    Per prima l’attesa…immancabile. Giorni, mesi, anni…il tutto riassunto in poche ore in sala d’attesa. Il classico salone che abbaglia tale pare essere l’intensità dei neon alle 5 del mattino.
    Eh si, perché mica si può rischiare di perderlo l’aereo…non è come il treno che, male che vada, ha un’altra corsa a distanza di massimo qualche ora. No, l’aereo lo prendi, altrimenti devi rifare il biglietto…e hai idea di quanto costino quei cazzo di biglietti? Porca vacca lessa…un fottio!

    Poi arrivò il momento…arrivò lui, il tuo aereo. Ti accomodasti, testasti di rilassarti. Ti lasciasti andare…
    Il decollo modificò l’andamento del tempo…velocizzò tutto il processo avvicinandoti a quel cielo…già.

    Belle le nuvole, eh?

    Volavi senza cinture, né tanto meno paracadute sotto il sedile…ti sei fidata ciecamente. Misure di sicurezza non occorrevano.
    Eri al sicuro.

    Belle le nuvole, eh?

    Eri avvolta dal firmamento che tu stessa avevi architettato intorno a te…la volta celeste ti distraeva da tutto il resto, anche da noi.
    Noi che eravamo e siamo rimasti qua giù, ad aspettarti.
    Aria limpida, clima sereno, atmosfera appagante…e magari un sottofondo musicale stile “Just died in your arms tonight”. Tutto perfetto. Già…
    Tutto intorno a te era così terso, nitido… Tutto perfetto.

    Già…

    Eri talmente sicura di quella illusione, che non ti accorgevi delle lacrime che i tuoni avevano solcato sul tuo viso.
    Eri penetrata in un’illusione talmente fitta che, di buon cuore, ci stavi tirando a fatica anche noi. Ci illudevamo tu fossi felice, ma esserlo a singhiozzi non è proprio ciò che volevamo e vogliamo per te.

    Ed ecco che adesso ti sei voltata verso il finestrino ed hai notato la pioggia.

    Sai…il cielo non lo fa apposta. Non è certo sua intenzione bagnarti quando, come ora, non hai l’ombrello…

    Succede e basta. Teo le previsioni le aveva lette…io invece il tg non lo guardo quasi mai.
    Te l’aveva detto…ti aveva avvertita, non possiamo negarlo.
    La cosa strana è che quel furbetto ha sempre ragione…a volte sembra quasi che certe situazioni, certe scene, se le sia vissute da solo in un ipotetico futuro-anteriore. Come se le avesse già vissute…bah.

    Lo vedi? Stai scendendo…l’aereo atterra…

    Non fargliene una colpa…è un errore. Ti ha fatto e probabilmente ti farà soffrire, beh, però non ne era, non ne è e non ne sarà consapevole.

    Non è facile donare sogni a una sognatrice…

    Buonanotte, indifesa amica mia.

  • Parole. Sono tutte parole.

    • No soy extraño. Sólo no soy normal. – Salvador Dalì
    • Ты дала мне два дела
    • Che diavolo significa che avevo un bar?!
    • Dove diavolo sei, Carmen Sandiego?
    • L’essenziale è invisibile agli occhi
  • Roba buttata a casaccio.

    • Odi et amo
  • La gente dice, la gente pensa.

    • Giovanni on Il mio destino è vivere balenando in burrasca
    • LogorroicaMente on Come una goccia che scivola sul vetro.
    • LogorroicaMente on Sarai sempre il più bel posto dove rifugiarsi per poter credere che tutto andrà bene.
    • Pece on La prossima mi viene meglio.
    • chand on L’amore sta nelle case in rovina
  • Domani metto in ordine.

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