«Hai fame?»
«No.»
«Dai, ti preparo qualcosa…»
«No. Non voglio…»
«Hai vomitato di nuovo, vero?»
«…»
«Hai gli occhi gonfi…Stupida. Non capisci che fai male anche a noi?»
“Volersi male
è un incubo osceno
è l’urlo finale
il barrito di un treno
che sciabola come
la falce nel fieno
anche noi
lo so
e a tutto questo dico no”
Scrivo a te, indifesa amica mia.
Ti scrivo stanotte e, giuro, avrei voglia di sbraitare da quanto sono incazzato con te…
Non posso, il coprifuoco me lo impedisce.
Non fraintendermi, un po’ ti capisco…poco, però ti capisco. Quel che mi domando è che significato possa avere nuocere a te stessa, aggiungere dolore al dolore.
Versi benzina sul fuoco.
Era partito tutto un po’ come un viaggio in aereo. Il tuo primo viaggio in aereo.
Per prima l’attesa…immancabile. Giorni, mesi, anni…il tutto riassunto in poche ore in sala d’attesa. Il classico salone che abbaglia tale pare essere l’intensità dei neon alle 5 del mattino.
Eh si, perché mica si può rischiare di perderlo l’aereo…non è come il treno che, male che vada, ha un’altra corsa a distanza di massimo qualche ora. No, l’aereo lo prendi, altrimenti devi rifare il biglietto…e hai idea di quanto costino quei cazzo di biglietti? Porca vacca lessa…un fottio!
Poi arrivò il momento…arrivò lui, il tuo aereo. Ti accomodasti, testasti di rilassarti. Ti lasciasti andare…
Il decollo modificò l’andamento del tempo…velocizzò tutto il processo avvicinandoti a quel cielo…già.
Belle le nuvole, eh?
Volavi senza cinture, né tanto meno paracadute sotto il sedile…ti sei fidata ciecamente. Misure di sicurezza non occorrevano.
Eri al sicuro.
Belle le nuvole, eh?
Eri avvolta dal firmamento che tu stessa avevi architettato intorno a te…la volta celeste ti distraeva da tutto il resto, anche da noi.
Noi che eravamo e siamo rimasti qua giù, ad aspettarti.
Aria limpida, clima sereno, atmosfera appagante…e magari un sottofondo musicale stile “Just died in your arms tonight”. Tutto perfetto. Già…
Tutto intorno a te era così terso, nitido… Tutto perfetto.
Già…
Eri talmente sicura di quella illusione, che non ti accorgevi delle lacrime che i tuoni avevano solcato sul tuo viso.
Eri penetrata in un’illusione talmente fitta che, di buon cuore, ci stavi tirando a fatica anche noi. Ci illudevamo tu fossi felice, ma esserlo a singhiozzi non è proprio ciò che volevamo e vogliamo per te.
Ed ecco che adesso ti sei voltata verso il finestrino ed hai notato la pioggia.
Sai…il cielo non lo fa apposta. Non è certo sua intenzione bagnarti quando, come ora, non hai l’ombrello…
Succede e basta. Teo le previsioni le aveva lette…io invece il tg non lo guardo quasi mai.
Te l’aveva detto…ti aveva avvertita, non possiamo negarlo.
La cosa strana è che quel furbetto ha sempre ragione…a volte sembra quasi che certe situazioni, certe scene, se le sia vissute da solo in un ipotetico futuro-anteriore. Come se le avesse già vissute…bah.
Lo vedi? Stai scendendo…l’aereo atterra…
Non fargliene una colpa…è un errore. Ti ha fatto e probabilmente ti farà soffrire, beh, però non ne era, non ne è e non ne sarà consapevole.
Non è facile donare sogni a una sognatrice…
Buonanotte, indifesa amica mia.