[…]Giorni lunghi fra ieri e domani…
giorni strani.
Giorni a chiedersi tutto cos’era
"vedersi" ogni sera…[..]
[…]Era tanto potere parlarci giocare a guardarci[…]
[…]Religione del tirare tardi e aspettare il mattino[…]
[…]e ogni notte inventarsi una fantasia da bravi figli dell’ epoca nuova,
ogni notte sembravi chiamare la vita a una prova.
Ma stupiti e felici scoprimmo che era nato qualcosa più in fondo,
ci sembrava d’ avere trovato la chiave segreta del mondo.
Non fu facile volersi bene, restare assieme
o pensare d’ avere un domani e stare lontani;
tutti e due a immaginarsi: "Con chi sarà?" In ogni cosa un pensiero costante,
un ricordo lucente e durissimo come il diamante
e a ogni passo lasciare portarci via da un’ emozione non piena, non colta:
rivedersi era come rinascere ancora una volta.
Ma ogni storia ha la stessa illusione, sua conclusione,
e il peccato fu creder speciale una storia normale.
Ora il tempo ci usura e ci stritola in ogni giorno che passa correndo,
sembra quasi che ironico scruti e ci guardi ridendo.
E davvero non siamo più quegli eroi pronti assieme a affrontare ogni impresa;
siamo come due foglie aggrappate su un ramo in attesa.[…]
[…]non pensarci e perdonami se ti ho portato via un poco d’estate
con qualcosa di fragile come le storie passate:
forse un tempo poteva commuoverti, ma ora è inutile credo, perchè
ogni volta che piangi e che ridi non piangi e non ridi con me…
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