Sarà che forse sei solo una perla e non una collana.

Patatrac. La mia solitudine e il mio piano piano adattato appartamento sono stati invasi e pervasi dalla donna che profuma Gianfranco Ferré, in altri momenti anche detta madre, mia madre.

È divertente come le sia rimasta addosso la parlantina da suocera brontolona, più che da madre. Dopo avermi messo a soqquadro la casa, aver pulito ogni centimetro di pavimento e scombussolato l’ordine “pseudo-naturale” che gli utensili della cucina si erano formati a modo loro, dopo aver rintracciato e usato una lavanderia self-service a 120Km da casa mia – che, per inciso, mi ero rifiutato di cercare…per pigrizia – e quindi aver lavato ogni mio vestito/asciugamano/straccio/(sacchetto di stoffa) e aver steso panni in ogni angolo della casa, porte comprese…mi si è rivolta di sfuggita sfondando su quanto io abbia imparato vivendo fuori.

Capelli ovunque, almeno, qui non ce ne sono.

Che poi, vivendo fuori…

Mi rendo conto, sempre meno – appunto -, che se non ci penso, non ci penso. E se non ci penso, va proprio bene.
Mi rendo conto, anche, che io son proprio una persona piacevole quando non penso.

Penso più volentieri a ciò che perdon gli altri, rispetto a ciò che han buttato. Io sono un immondizia solo se mi immedesimo in quel che hanno fatto di me.

Altrimenti sono Dio. Se non io, chi?

E io potrei anche esserlo, se no non vedo chi.

Giorgio Gaber

Che poi, “Stronzo”. È giusto non dare per scontato si possa manifestare quel che passa per la testa, soprattutto se ciò potesse qualsivoglia suscitare lo sgomento e il fastidio di una amica. Che, diciamolo, non c’entra un emerito cazzo, l’amica, però in taluni casi si fa come con le lasagne: c’è la ricetta, ma poi chi vuole fa un po’ come gli pare e ci mette dentro quel che capita a tiro. La besciamella copre tutto.

Leave a Comment

Posting your comment...


(Necessaria affinché il commento non sia considerato spam)

Subscribe to these comments via email