Amore a digiuno.

Faccio fatica. Faccio fatica a non pensare a lei, a lei con lui e a come eravamo noi. Ho fame.

Questa sera abbiamo cenato insieme. Nulla di eccentrico, siamo andati al Mc.
Credo fermamente sia stata la prima volta in tutti questi anni che non mi sono alzato dal tavolo appena entrambi avessimo finito…volevo temporeggiare, mica per altro. Volevo assaporare ancora la sua compagnia, mica per altro. Volevo stare con lei, mica per altro. Vorrei stare con lei, anche per altro.

Non siamo compatibili, continua a sostenere, e ogni volta che lo ripete io mi sento più sbagliato. Tagliato male, non all’altezza.

Ci amavamo. Non della serie ci eravamo tanto amati, noi ci amavamo davvero.
Il nostro primo bacio – poi smetto, promesso -, me lo concesse sulla soglia del portone sotto casa sua. Gliene chiesi un altro, non stavamo insieme, e lei mi chiese “per non volerne altri?”

“Per non volerne altre.”, risposi.

Non eravamo fatti l’uno per l’altra, questo lo abbiamo sempre saputo, però ci incastravamo bene. Diametralmente opposti. Lei compensava quel che io non so essere.
Che poi in realtà ad un certo punto era diverso, non ci compensavamo, ma combaciavamo comunque…l’una sottraendo all’altro.

Difficilmente l’ho riempita d’attenzioni, di quelle talvolta nauseanti, da pazza ricerca…adesso ne pago le conseguenze. Lui è questo, lui la cerca, ogni momento del giorno è presente e la cerca. E la trova.

Le ho consegnato le chiavi ieri, mi sono portato via tutto quanto mi appartenesse da casa nostra, quello che talvolta ci piaceva definire il nostro nido.

Questa volta è davvero finita, me lo ripeto più volte al giorno…fino a che non mi scrive o la vedo.

Non mettere la tua vita in pausa per lei, mi dicono. Ma dove diavolo è il tasto play?

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