Errore di riproduzione numero nonloso

Il problema è che mi annoio facilmente.

Più che noia è un fastidio, una delusione, ma solo perché prima c'era una quasi-felicità, una quasi-emozione.
Mi sono talmente abituato a non concludere le cose che inizio che ormai neanche mi ci metto a iniziarle. Sono un cretino che ha bisogno di qualcuno che gli rompa continuamente i coglioni e quando mi rompono finalmente i coglioni mi infastidisco e accellero le decisioni verso la rinuncia.

Ho bisogno di un delirio travolgente, STRAVOLGENTE, totalmente RIBALTANTE, assolutamente IMPREVISTO e meravigliosamente STRAZIANTE. Voglio che mi tramortisca, che mi faccia stare anche male, ma che mi faccia cambiar questo d'esser modo. Così non funziono.

Eccheccazzo.

3 Comments

  • Moonbreaths

    E' un po' come trovarsi davanti ai pezzi di un puzzle e non avere la ben che minima idea di cosa si andrà a comporre, perchè la scatola è tutta bianca.
    Ma i tasselli ci sono. L'immagine pure. Basta solo attaccare un pezzo con l'altro: alla fine, un'immagine, per quanto bella o brutta possa essere, si forma sempre: se è bella, la si incornicia; se è brutta, i pezzi si possono staccare e ricombinare fra loro in modi differenti.

    Basta provare.
    Mery.

    20 Mar
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  • phaberest

    Ecco, la voglia di mettermi a comporre il puzzle, questo è cambiato.
    Si passa da Ungaretti alla ricerca della propria identità attraverso la poesia ad un Montale che usa la poesia, ma la sminuisce, che cerca sì di capire chi cazzo è e cos'è qui a fare, ma con estraneità.

    21 Mar
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  • Moonbreaths

    Molti poeti, molti scrittori hanno firmato il foglio delle presenze nel corso di questi anni; eppure nessuno di loro ha ammesso mai, con mera intenzione sincera, i propri difetti, scavando a mani nude dentro di sé.
    Nemmeno mettendosi in rima.
    E anche Verga e Zola hanno scritto rimanendo, in un certo qual modo, estranei alle loro storie; eppure questo non ha impedito ai loro lettori di riconoscervi gli autori e le loro sensazioni, i loro stati d'animo.
    Ad ogni modo… essendo estranea di quella che è la tua vita, posso solo dirti ciò mi ripeteva un mio carissimo amico ogni mattina di ogni santo giorno:
    <&lt;Non hai bisogno d'esser poeta per identificare te o l'universo che ti appartiene e ti circonda. Le parole a volte ingannano, perchè velate di mistero. Cercati nelle piccole azioni di ogni giorno e ti troverai, scoprendo che quel che avevi cercato era sempre stato dentro di te, oscurato dalla tua voglia di prendere un foglio, impugnare una penna e sfogliare un dizionario alla ricerca delle parole giuste per interpretarti>&gt;.
    Tutto il resto, come per i puzzle, s'incastrer&agrave; alle conseguenze delle scelte per te stesso, che, come ben sai, sei e sarai tu&nbsp;a fare.

    E' sempre da una scelta che si comincia.

    24 Mar
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